“La previdenza complementare non deve essere penalizzata, piuttosto deve essere incentivata e accessibile per tutti i lavoratori”. E’ quanto sottolinea la Cisl in una nota. “Non condividiamo ipotesi che vogliono riformare per l’ennesima volta la tassazione dei fondi pensione, che in 20 anni è già stata modificata 3 volte, mettendo seriamente a rischio la tenuta del sistema e soprattutto i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici iscritte. La Commissione sulla riforma fiscale che suggerisce di intervenire anche sulla tassazione delle prestazioni di previdenza complementare, sottovaluta pericolosamente la struttura e il funzionamento dei fondi pensione i quali non possono essere assimilati agli altri strumenti di gestione del risparmio. L’attuale tassazione dei fondi pensione prevede una aliquota sostitutiva del 15% che può scendere fino 9% in base agli anni di iscrizione al fondo pensione, premiando giustamente chi rimane iscritto più a lungo a previdenza complementare dal momento che con questo strumento l’obiettivo non è genericamente il risparmio ma la l’integrazione del futuro reddito da pensione. Sarebbero assolutamente inaccettabili interventi che mettessero a rischio questa finalità, che è stata sostenuta dal legislatore fin da quando sono stati promossi i fondi pensione nel nostro paese, e che andassero contro la logica di incentivare l’iscrizione alle forme di previdenza complementare. E allo stesso modo non potremmo accettare che al danno si aggiungesse la beffa, se l’attesa riforma dell’Irpef, facesse pagare in tutto o in parte ai lavoratori gli oneri dell’auspicata riduzione del loro cuneo fiscale, compensandoli con un aggravio di tassazione sui fondi di previdenza complementare. Nella piattaforma unitaria sulla previdenza Cgil Cisl e Uil chiedono piuttosto di ridurre dal 20% all’11% la tassazione sui rendimenti dei fondi pensione in fase di accumulo tornando quindi a quella che per molto tempo è stata la tassazione di questi capitali.
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Fonte: cisl.it