Ieri c’è stato l’atteso incontro Confindustria-sindacati su vari temi legati a lavoro, ammortizzatori sociali e Green pass in azienda. Confindustria ha ribadito la volontà di trovare subito un accordo, al di là delle decisioni del Governo, che introduca l’obbligo di Green pass nell’ambito del Protocollo sulla sicurezza anti-Covid sottoscritto nel marzo 2020 e di non voler pagare il tampone ai lavoratori, chiedendo su questo un intervento ‘sostituivo’ del Governo. I sindacati invece hanno confermato di attendere un provvedimento legislativo sull’obbligo e non sottolineano, dal loro canto, che il costo del tampone non può ricadere sui lavoratori.
Posizione che Cgil, Cisl, Uil hanno confermato anche in una riunione successiva con un’altra organizzazione di rappresentanza delle imprese, questa volta di quelle di medio-piccole dimensioni, Confapi.
Ecco quanto emerge da questo secondo incontro dalle colonne del quotidiano Avvenire in edicola oggi:
”già tracciato è invece il confronto con Confapi, la confederazione delle piccole e medie imprese, con la quale potrebbe essere a portata di mano un’intesa sul pagamento dei tamponi da parte degli ‘enti bilaterali’ cioè quella rete di associazioni fornitrici di servizi in cui sono presenti tanto i sindacati che i datori. Mentre proprio sulla vaccinazione due settimane da il presidente di Confapi ha scritto ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil per chiedere un incontro proprio per appurare ‘la possibilità di un avviso comune che inviti il governo ad introdurre l’obbligo vaccinale nelle aziende e nei luoghi di lavoro’, avviso sul quale dovrebbero convergere le altre forze datoriali che hanno sottoscritto il protocollo anti-Covid nei luoghi di lavoro”.
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