“Rifiuti e mobilità, questioni Capitali”: se ne è parlato oggi nell’ambito di un incontro organizzato dalla Fit-Cisl del Lazio presso l’auditorium Donat-Cattin in via Rieti, a Roma. Un’occasione per presentare due ricerche di carattere empirico-scientifico, commissionate e realizzate dal sindacato per una fotografia nitida dell’attualità, da commentare con manager ed esperti del settore, e con i candidati sindaco di Roma.
Sono numerosi i dati di realtà sulla Capitale che emergono dagli studi: dal report ‘Spunti per una rinnovata politica industriale di Ama e per un ciclo dei rifiuti di Roma sostenibile’, realizzato dall’Ufficio Studi della Fit-Cisl del Lazio, emerge innanzitutto un deficit di impiantistica che rende il territorio non autosufficiente nel trattamento e nello smaltimento dei rifiuti che, portati all’esterno, costano alla collettività 170 milioni di euro annui e generano impatti ambientali dovuti al trasporto su gomma, all’accumulo improprio e ai conseguenti roghi tossici . Andrebbe dunque messa in campo una serie di investimenti, quantomeno per la realizzazione di un impianto per il trattamento meccanico-biologico in sostituzione di quello di Rocca Cencia, per l’attivazione di quello già pronto di Guidonia, e per un moderno termovalorizzatore con capacità di 350mila tonnellate annue. Oltre a ciò sevirebbero una discarica di servizio e tre impianti per la valorizzazione dei rifiuti organici. Tra le azioni da intraprendere, il miglioramento della qualità della raccolta differenziata, insieme alla definizione di obiettivi percentuali realistici, intorno al 50% nei prossimi due anni; l’investimento in nuovi mezzi, circa mille in più rispetto agli attuali, e nella riqualificazione del capitale umano, con almeno 800 nuove assunzioni e percorsi formativi.
Dallo studio commissionato a Isfort, “Una nuova mobilità per Roma Capitale”, emergono trend demografici di spopolamento del centro a favore della periferia, un persistente squilibrio modale verso i mezzi privati, intorno al 57% e una densità veicolare di 855 veicoli ogni mille abitanti nel 2019. A ciò si aggiunge un ritardo di Roma nelle dotazione di reti ferroviarie urbane, con la metropolitana capitolina che sviluppa appena 1,4 Km ogni 100mila abitanti contro i 4,48 di Madrid, i 3,78 di Londra e i 2,26 di Berlino, e il fatto che la quota ‘gomma’ del Trasporto pubblico assorbe il 45,7% dei posti offerti. Tutti elementi, questi, che non possono che favorire la congestione stradale, costando agli abitanti romani 70 minuti in media al giorno per gli spostamenti. Tra le linee di indirizzo conclusive, il potenziamento delle reti della mobilità sostenibile e del trasporto rapido di massa; la gestione dello spazio pubblico, con l’estensione delle ZTL e il rafforzamento del mobility management; il potenziamento della filiera dell’elettrico e dell’idrogeno; il riequilibro centro-periferie, la creazione di un’Agenzia di mobilità di scala metropolitana, la promozione delle nuove professioni e la partecipazione dei lavoratori nella gestione delle società.
Per il Segretario Generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci, “ci si deve riappropriare del merito dei problemi, aprendo una stagione di partecipazione pragmatica per quanto riguarda i Beni comuni della Capitale; va superato il fenomeno “NYMTO”, not in my term of office, ovvero ‘non durante il mio mandato’. Le amministrazioni non si giudicano soltanto in cinque anni , ma, come scrisse Weber, su ‘passione, senso di responsabilità e lungimiranza’. L’auspicio è che il dialogo su ricerche che riguardano nodi cruciali della città di Roma quali Rifiuti e Trasporti getti le basi per azioni risolutive non solo sul breve raggio, ma con uno sguardo al futuro. Vanno piantati alberi, all’ombra dei quali possano sedersi le prossime generazioni”.
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Fonte: cisl.it