Durante la prima fase della pandemia, sembrava che la consapevolezza degli errori fatti in 20 anni di scelte sbagliate sulla sanità fosse diventato patrimonio anche della politica. Con un “mea culpa” generale da parte della politica e delle istituzioni e con una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini sugli effetti disastrosi che sono stati prodotti. I ringraziamenti di un intero paese ai lavoratori della sanità più volte definiti “eroi” ci hanno commosso.
Stiamo assistendo in questi giorni al grido di allarme lanciato dalle categorie che seguono la sanità rispetto alla mancanza di personale, dovuta al blocco delle assunzioni imposto dalla Regione Toscana. Ci preoccupano le ricadute che la mancanza di personale può avere nella tenuta dei servizi ai cittadini.
La pandemia non è finita, ma dopo oltre un anno e mezzo dal suo inizio è necessario che tutti i servizi sanitari sia attivi al 100% e allo stesso tempo non si possono chiudere i servizi aperti per contrastare la pandemia, ma per tenerli aperti serve che ci siano le persone a lavorare.
Condividiamo la richiesta di sblocco delle assunzioni.
Preoccupante è la riduzione nei prossimi anni del finanziamento sul Fondo Sanitario Nazionale. E’ il momento di fare scelte se vogliamo dare concretezza alle tante parole di questi mesi.
Continuare a parlare di Pnrr, di reti territoriali e di Sanità Pubblica Universale vuol dire crederci e conseguentemente fare investimenti nel breve e lungo periodo in assunzioni, tecnologie e telemedicina e invertire le scelte privatistiche fatte in questi anni,
Cgil, Cisl e Uil di Firenze invitano la cittadinanza ad ascoltare le grida d’allarme dei lavoratori della sanità e, rivolgendosi alle istituzioni, chiedono di far sentire la loro voce sia in Conferenza Stato/Regioni che al Governo nazionale.
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Fonte: cisl.it