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Landini sulla ‘linea-Conte’: “Ora si parli di stipendi, avanti col salario minimo: vi spiego”

Si riapre il dibattito sul tema salariale in Italia e a rilanciarlo è il leader del M5S Giuseppe Conte che indica come prioritario un’intervento sul salario minimo nel Patto sociale proposto dal Premier Mario Draghi. Un patto su salari, mercato del lavoro, welfare, relazioni industriali, e soprattutto politiche del lavoro, tra mondo delle imprese e sindacati per rilanciare la stagione riformistica del post-pandemia.

La prima reazione del mondo sindacale alla proposta di Conte arriva proprio dal Segretario Generale della Cgil Maurizio Landini che, secondo quanto riporta il quotidiano La Stampa in edicola oggi, si è detto favorevole.

Una vera e propria ‘svolta’, sottolinea il quotidiano torinese, considerato che il sindacato (tutto) ha sempre visto con diffidenza l’idea di un salario minimo fissato per legge perchè depotenzia il ruolo della contrattazione collettiva che il ‘luogo’ in cui vengono regolati e aggiornati i salari. Ma l’ok del sindacato c’è a condizione che ci siano regole che individuino quali siano i soggetti della rappresentanza titolari a negoziare e firmare i contratti e quindi i salari, che devono valere per tutti.

Ecco quanto si legge sulle colonne del quotidiano diretto da Massimo Giannini:

“Il segretario confederale insiste che è ora di parlare di stipendi e conia una formula efficace: ‘Non possiamo passare dalla pandemia del virus alla pandemia dei salari’. E il vaccino qual è? Combattere contro il cosiddetto lavoro povero, è il momento di affrontarlo’, ripete Landini dando valore di legge ai contratti. La segreteria della Cgil pensa a provvedimenti legislativi che sostengano e rafforzino la contrattazione collettiva. L’idea è che sia il contratto lo strumento minimo di tutte le forme di lavoro: ‘con una legge sulla rappresentanza si possono sancire quali sono i contratti validi e quali no – spiega un dirigente a fine giornata – e a quel punto, non ce ne saranno 900, ma 200 e devono avere un valore di legge, così si introdurrebbe un minimo salariale ma anche un minimo di diritti sanciti”.

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