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Puglia. Sicet Cisl: “La povertà attanaglia molte famiglie che non riescono a pagare il canone d’affitto. Guai a ridurre gli aiuti e gli ammortizzatori”

Quello che avevamo temuto si sta puntualmente verificando. Se nel 2020 il numero degli sfratti è stato bassissimo grazie al Decreto Covid emanato dal Governo della Repubblica che li aveva bloccati fino al 30 giugno 2021, i nostri uffici stanno cominciando a ricevere, proprio da quella data, in maniera preoccupante, segnali in triste controtendenza.

Dopo lo sblocco, infatti, gli sfratti stanno aumentando nei confronti di tutti quegli inquilini morosi che non hanno potuto pagare il canone a causa della pandemia che ha distrutto le economie di tanti lavoratori e di tante famiglie.

È forte l’allarme sull’emergenza abitativa nel Salento che rilanciano Ada Chirizzi e Alessandro Monosi in rappresentanza della Cisl e del Sicet di Lecce.

Questa situazione era stata ampiamente segnalata con una manifestazione presso la Prefettura di Lecce quando si era richiesta l’istituzione di una cabina di regia per monitorare tutte le situazioni, caso per caso.

Va detto che i Comuni si devono attivare da subito per predisporre i bandi per gli alloggi popolari che per legge regionale devono essere emanati ogni 4 anni. L’ultimo bando del comune capoluogo risale al 2016. I quattro anni previsti dalla norma sono già passati e l’Amministrazione dovrebbe attivarsi celermente per emanare il nuovo. La situazione non vale solo per Lecce, dove l’emergenza è forte e tante sono le persone che si trovano in condizioni abitative disagiate, ma per tanti comuni del Salento.

Nel frattempo la collettività tutta – per avere un quadro reale della gravità della situazione – deve essere messa a conoscenza del fatto che Arca Sud Salento, il gestore degli alloggi popolari, proprio in queste settimane ha recapitato a casa degli inquilini il cosiddetto censimento reddituale, delle schede da compilare entro il 30 di settembre, in cui si chiede lo stato economico dei nuclei beneficiari.

«Dall’analisi delle schede dei nostri iscritti che stiamo aiutando nella compilazione – afferma Alessandro Monosi, responsabile del Sindacato Inquilini Casa e Territorio – stiamo notando che la stragrande maggioranza dei redditi dichiarati dagli inquilini nel censimento provengono dagli aiuti dati dallo Stato durante la pandemia come il rem, il reddito di cittadinanza, vari bonus. Questa è la situazione delle famiglie! Il precariato è diffuso, l’allarme sociale è altissimo. Questa è l’assistenza di cui godono per lo più moltissimi nuclei familiari senza la quale ci troveremmo dinanzi alla povertà più assoluta».

Inoltre, in merito allo stanziamento con scadenza al 30 settembre da parte della Regione Puglia di un fondo di 500mila euro destinato all’assegnazione di un bonus di tre mensilità per quegli inquilini delle case popolari che si trovano in condizioni disagiate, occorrono delle iniziative immediate delle parti sociali.

«La scadenza del bando al 30 settembre va spostata e procrastinata almeno al 31 dicembre – conclude il Segretario Generale della Cisl di Lecce, Ada Chirizzi -. La comunicazione anche se rivolta a tutti i nuclei familiari non è attecchita e non è stata molto recepita. Ci risulta che le domande siano ancora troppo poche e dobbiamo fare in modo che tutti gli inquilini che ne hanno diritto ricevano questo aiuto!».

I requisiti del bando – fanno notare da Sicet – sono molto semplici: basso reddito, (percettori di ammortizzatori sociali come il reddito di cittadinanza) o percettori all’interno del proprio nucleo familiare di pensioni di invalidità ed è prevista anche per chi ha contratto il covid.

Troppe famiglie non riescono a far fronte al pagamento dell’affitto, delle bollette o di entrambe con il rischio di incorrere in indebitamenti o sfratti, contribuendo così ad allargare la forbice delle disuguaglianze, i cui effetti potrebbero amplificarsi se nel 2022 dovessero essere ridotti o addirittura venire meno quegli ammortizzatori sociali che ad oggi stanno rappresentando l’unico argine alle difficoltà insostenibili.

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Fonte: cisl.it

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