Una crescita per l’anno in corso stimata al 6% e un deficit che si attesta al 9,5%.
Nel corso della cabina di regia il premier Mario Draghi, supportato dal Ministro all’Economia Daniele Franco, ha rivisto le stime del PIL per l’anno in corso che passa dal 4,6% (stimato a maggio) al 6% per il 2021. A beneficiarne quindi sarà l’intera economia, la produzione di beni e servizi, con riflessi evidenti sull’occupazione.
Ma non sarà per tutti così. Lo sottolinea il quotidiano la Repubblica in edicola oggi che dà conto di un rapporto Coop, la catena di distribuzione alimentare, a proposito di come si muoveranno i consumi nei prossimi mesi.
In particolare – si legge – “il Rapporto Coop sui consumi prevede un ritorno ai livelli pre-pandemia solo per il 2023: nel 2022 ci sarà ancora una un 28% della popolazione, costituito soprattutto da donne, giovani e cassintegrati, che non riuscirà a recuperare i livelli del 2019. «C’è molto ottimismo, sicuramente le famiglie hanno voglia di tornare a spendere – afferma Albino Russo, direttore dell’Ufficio studi Coop – e poi c’è anche l’effetto rimbalzo, dopo il crollo di quasi l’11% registrato l’anno scorso. Per cui noi riteniamo corrette le previsioni che parlano di un aumento dei consumi compreso tra il 4 e il 5% quest’anno e il 3 e il 4% l’anno prossimo. Sicuramente si partirà prima dalle spese per la salute e per la casa, 1,2 milioni di italiani vogliono comprarla, 10 milioni intendono ristrutturarla, moltissimi vogliono rinnovare l’arredamento o sostituire gli elettrodomestici. Ma perché si ritorni ai livelli pre-Covid bisogna che l’aumento del Pil si traduca in reddito e posti di lavoro»”.
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