HomeCronaca sindacalePuglia. Tamburrano (Cisl): “Leonardo Grottaglie. Servono certezze e non sterili polemiche”

Puglia. Tamburrano (Cisl): “Leonardo Grottaglie. Servono certezze e non sterili polemiche”

 

Dopo due giorni di incontri che ci hanno visto dapprima partecipare al Coordinamento Nazionale Leonardo Aerostrutture, svoltosi a Roma in data 29 settembre 2021, e al successivo tenutosi in mattinata presso la Regione Puglia alla presenza del Presidente Michele Emiliano come Fim-Cisl ribadiamo la necessità di ulteriori approfondimenti con il management aziendale.
Riteniamo fondamentale tornare a discutere di prospettive lavorative per il sito grottagliese e non di farci trascinare in una sterile battaglia relativa all’eventuale uso degli ammortizzatori sociali, posizione finalmente condivisa anche dalle altre OO.SS. dopo le inutili diatribe degli ultimi giorni Per noi è fondamentale definire e perseguire un obiettivo ben preciso: serve assicurare stabilità allo stabilimento di Grottaglie, puntando su nuove produzioni necessarie a liberare il sito dalla schiavitù della monocommittenza.
Cogliamo positivamente la notizia circa la volontà dellìazienda di cominciare a diversificare la produzione e l’acquisizione del nuovo capannone può essere un segnale positivo in tal senso. Chiediamo però che già a partire dal prossimo incontro programmato per giorno 11 ottobre si cominci a scendere nei dettagli; necessita entrare nel merito di programmi, tempistiche di realizzazione e unità coinvolte.
Riteniamo, inoltre, utile quando concordato stamattina in sede regionale in merito alla richiesta di un incontro con la presenza del Ministero del Lavoro, di Leonardo, della Regione Puglia e di Fim-Fiom-Uilm per discutere di diversificazioni produttive in ambito militare.
Solo dopo aver riscontrato la presenza e la fattibilità di programmi che garantiscano stabilità occupazionale a lungo termine per lo stabilimento di Grottaglie, come Fim Cisl saremo disposti a discutere con l’azienda su come traghettare questo sito nei prossimi due anni, poiché la ripresa è prevista non prima del 2024.
Resta inteso che laddove dovessero essere usati inevitabilmente gli ammortizzatori sociali chiederemo all’azienda l’integrazione salariale, per non gravare ulteriormente sulle spalle dei lavoratori e delle loro famiglie.

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Fonte: cisl.it

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