Se da questa tornata elettorale il M5S ne uscirà ridimensionato, perdendo di fatto numerosi consensi alle elezioni amministrative, la sua posizione nel Governo sarà più debole anche in vista della riforma del Reddito di cittadinanza che sarà varata nella legge di Bilancio di fine anno.
Il rischio, sottolinea Il Sole 24 Ore in edicola oggi, è che prendano il sopravvento i partiti del centro-destra e Italia Viva che spingono addirittura per la soppressione:
“I reali margini di manovra saranno condizionati proprio dall’esito di questa tornata elettorale. Soprattutto per i Cinque stelle, che considerano il Rdc una misura bandiera da difendere a tutti i costi ma che dopo il voto potrebbero avere di fatto meno forza per far valere la loro posizione”.
Il M5S avrebbe, dal suo canto, in mente di puntare al coinvolgimento dei soggetti privati, come le agenzie di somministrazione, e destinare a loro le risorse per le politiche attive del lavoro per favorire la collocazione lavorativa dei percettori:
“Lo stesso Patuanelli, ammettendo che alcune criticità esistono, ha detto che va potenziata la parte delle politiche attive del lavoro e occorre ‘ragionare’ rispetto al ruolo dei privati all’interno del meccanismo della nuova formazione. Ma oltre i compiti da affidare alle agenzie private, c’è un’altra ipotesi che potrebbe essere valutata dal centrodestra: la destinazione direttamente alle imprese dei fondi del Rdc per la formazione e le politiche attive”.
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