L’idea sarebbe venuta alla direzione del personale all’ex Ilva di Taranto, secondo quanto riferiscono i sindacati all’edizione on-line de Il Sole 24 Ore.
“Non è una nostra invenzione“, spiega il sindacalista Vincenzo La Neve della Fim Cisl, “è realmente accaduto che venerdì sera i preposti agli impianti abbiano chiamato alcuni lavoratori dicendo che, non avendo presentato il green pass, non sarebbero entrati in fabbrica dal lunedì successivo finendo in cassa integrazione. Questi stessi lavoratori sono stati poi contattati dall’azienda nella tarda mattinata di sabato ed è stato detto loro di essere regolarmente presenti lunedi 11».
Prima la direttiva di essere collocati in cassa integrazione per coloro che non hanno il Green pass e poi la marcia indietro, dopo le proteste sindacali di Fim, Fiom, Uilm: “nessun dipendente sprovvisto di green pass avrà il badge d’ingresso in fabbrica disattivato e di conseguenza collocato in cassa integrazione ordinaria” apprende ‘Il Sole’ dai vertici dell’Acciaieria. Che smentisce qualsiasi ipotesi di una marcia indietro, sostenendo che nessuna indicazione di questo tipo è stata mai emanata.
Al di là della vicenda che ha interessato l’Ex Ilva, in molti si domandano se la collocazione dei lavoratori in cassa integrazione è consentita come ‘formula di favore’ per non lasciare i lavoratori senza reddito (senza la certificazione verde infatti scatta la sostensione dello stipendio). Una soluzione di questo tipo sconta almento due ordini di problemi, uno organizzativo e l’altro legale.
Quanto al primo: l’azienda che colloca un lavoratore in cig, sospendendo il rapporto, deve innanzitutto avere un’esigenza reale di privarsi della manodopera, diversamente non avrebbe convenienza (anche perchè il ricorso alla cassa integrazione – fatta eccezione per quella con causale ‘Covid’, disponibile solo per una parte dei mondo economico – comporta un costo per l’azienda). A meno che il lavoratore in questione non costituisca già un ‘esubero’.
L’altro problema è di tipo legale. Il ricorso alla cassa integrazione è consentito solo per le ipotesi specifiche previste dalla normativa, tipicamente la ‘mancanza di lavoro’. Per cui non sarebbe possibile per l’aziende motivare la sospensione del rapporto con richiesta di intervento della cig per ‘mancanza del Green pass’.
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