Sembra proprio che non sia piaciuta al Premier Mario Draghi l’iniziativa del Ministero dell’Interno di emanare una circolare in cui “raccomanda” i terminalisti portuali di farsi carico del costo dei tamponi dei lavoratori per causare il blocco delle attività.
Il tentativo di gettare acqua sul fuoco pervenuto dal Viminale non è stato apprezzato da Palazzo Chigi, anche perchè la mossa avrebbe dato la spinta a partiti (come la Lega, FdI e Beppe Grillo, il Pd invece ha detto ‘no’) e ai sindacati di spingere sull’estensione della gratuità del tampone per ottenere il Green pass che dal 15 ottobre sarà obbligatorio per accedere a qualunque luogo di lavoro. Gratuità che il Governo non intende concedere: ieri hanno fatto sapere che “ci sono già i vaccini gratuiti”.
Ecco quanto scrive in proposito repubblica.it:
“Palazzo Chigi era all’oscuro del contenuto della circolare. Il testo non piace. Consiglia informalmente al Viminale di ritirarlo, o comunque di correggerlo. Ma qualcosa si incaglia. Ne nasce un caso: da una parte gli uffici di Bruno Frattasi, capo di gabinetto della ministra, dall’altra il resto dell’esecutivo. Alla fine la circolare potrebbe essere ritirata. Tutto, però, senza frizioni pubbliche, perché il governo non può permettersi di indebolire in questa fase la titolare dell’Interno”.
Occorre attendere le prossime ore per vedere cosa accadrà effettivamente, tuttavia sembra assai difficile che il ritiro della circolare possa essere accolto “senza frizioni pubbliche”, come scrive la Repubblica, visto la crescente tensione sui luoghi di lavoro. Da ultima la promessa dei portuali, direttamente in TV, di non retrocedere dal blocco delle attività di carico, scarico e movimentazione se il Governo non ritirerà il Decreto Green pass.
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