Ieri si è intensificato il dibattito politico sulla nuova Manovra di Bilancio che sarà varata entro fine anno. Tra i temi caldi sul fronte ‘lavoro’ c’è la riforma degli ammortizzatori sociali a cui il Ministro del Lavoro Andrea Orlando sta lavorando da tempo.
Uno dei punti che sta ritardando l’attuazione della nuova riforma riguarda i costi della contribuzione a carico delle imprese, che il mondo dell’imprenditoria respinge fermamente, in particolare per ciò che riguarda quelle più piccole attualmente coperte dalla cassa integrazione in deroga Covid, come le imprese del commercio, servizi, turismo, terzo settore, che occupano fino a 5 dipendenti.
Sul dibattito sono intervenuti i ministri della Lega, ieri, in Consiglio dei Ministri, che – secondo quanto raccolto da Ansa.it – “avrebbero espresso in Consiglio dei ministri le loro riserve sulla riforma degli ammortizzatori sociali per le piccole imprese che dovrebbero entrate nella manovra di bilancio”.
I dubbi manifestati dagli esponenti leghisti riguarderebbero non l’introduzione della Cig, ma proprio “l’aumento delle contribuzioni previdenziali”, in altri termini un costo fisso a carico delle piccole imprese.
Ma sul punto è intervenuto Matteo Salvini che voluto rassicurare che, al di là del problema dei costi – che va risolto – la Lega c’è e che punta ad un nuovo sistema di cassa integrazione che preveda la copertura anche per i lavoratori delle piccolissime imprese. Ecco quanto ha dichiarato:
“Lavori in corso su reddito di cittadinanza e pensioni, la Lega è impegnata per tutelare i lavoratori precoci e quelli delle piccole e medie imprese del commercio e dell’artigianato”.
Dunque se sarà data attuazione alla riforma della cassa integrazione anche i dipendenti delle piccolissime imprese (fino a 5 dipendenti) avranno una tutela stabile con la nuova cassa integrazione. Per i lavoratori artigiani di imprese che hanno fino a 5 dipendenti, si tratterà di una conferma legislativa di quanto già previsto dalle parti sociali con FSBA.
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