HomeEvidenzaReddito di cittadinanza, spunta il Bando della discordia: i percettori 'diventano' netturbini

Reddito di cittadinanza, spunta il Bando della discordia: i percettori ‘diventano’ netturbini

Si sa che i percettori del Reddito di cittadinanza possono essere inclusi, nell’ambito dei Patti per il lavoro e/o per l’inclusione sociale, nei Progetti Utili alla collettività (PUC) per lo svolgimento di attività nel comune di residenza per almeno 8 ore settimanali, aumentabili fino a 16.

Ma nel caso del Bando “Decoro urbano e manutenzione degli spazi verdi” del VII Municipio di Roma, che prevede il coinvolgimento dei percettori di Rdc per la pulizia di una vasta area della Capitale, la questione diventa politica. Questo perchè si incrocia con uno dei più drammatici problemi della Capitale: l’inefficiente attività di raccolta e gestione dei rifiuti da parte dell’azienda AMA, le cui attività sono sotto l’occhio del ciclone di cittadini, opinione pubblica e finanche la politica – senza distinzione di ‘colore’ – per i scarsissimi risultati sul lato della pulizie e decoro urbano.

Roma è da anni un concentrato di rifiuti nelle strade, nei parchi, nel Tevere, senza che la contestatissima azienda municipalizzata sia stata mai assolta da responsabilità. L’effetto è quindi lo scatenarsi di una polemica attorno al Bando, visto come un modo per scaricare sui percettori del Reddito di cittadinanza il lavoro che gli operatori di AMA non eseguono o comunque non eseguono correttamente.

Ne parla il quotidiano il manifesto in edicola oggi:

“si progetta di mettere al lavoro gratis i percettori del «reddito» per pulire le strade in una Roma sommersa dall’immondizia. Il VII Municipio ha emesso un bando. Un modo per sostituire gli addetti pagati dell’Ama. Il neo-sindaco Gualtieri pensava a questo quando ha promesso una «Roma pulita entro natale»? Gli 800 milioni stanziati in legge di bilancio sono diventati lo spunto per ragionare sui «risparmi» da fare su una misura, finanziata in deficit, e non attraverso il sistema fiscale, che costa più di otto miliardi di euro all’anno. I soldi dovrebbero andare agli incentivi alle imprese e al taglio delle tasse sul lavoro. Un classico esempio di contrapposizione tra i «lazzaroni», il «salariato» e i «produttori». Dalla solidarietà e dalla giustizia sociale si passa alla guerra dei penultimi contro gli ultimi. Mentre i politici riconoscono l’utilità del «reddito», (quasi) tutti sembrano d’accordo nel punire i lavoratori poveri e ridimensionare una platea insufficiente”.

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