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NASpI anticipata Partita Iva, posso lavorare come dipendente? Sentenza ‘choc’ della Corte Costituzionale

Cosa fare se a seguito della richiesta di anticipazione della NASpI per apertura della Partita Iva il lavoratore ha anche l’opportunità di svolgere un rapporto di lavoro subordinato?

E’ compatibile lo svolgimento di un rapporto di lavoro subordinato nel mentre si percepisce l’anticipo NASpI per apertura della Partita Iva?

La questione è stata posta alla Corte costituzionale che si è pronunciata nella sentenza n. 194/2021. Il caso esaminato dal Giudice delle Leggi riguardava un lavoratore che aveva svolto un brevissimo periodo lavorativo di 3 giorni con contratto di natura subordinata, mentre aveva aperto la partita Iva con l’agevolazione NASpI.

Questo lavoratore è obbligato a restituire la NASpI all’Inps?

NASpI anticipata Partita Iva, se lavoro come dipendente devo restituire il trattamento?

Secondo la Corte a questa domanda occorre dare risposta affermativa. L’obbligo restitutorio è del tutto coerente con la finalità antielusiva, si legge nella sentenza, ed è volto ad evitare che le somme attribuite siano distolte da quella finalità imprenditoriale per la quale sono state previste. 

Il fatto che l’attività di lavoro subordinato sia stata svolta solamente per un brevissimo lasso di tempo, durante il periodo in cui percepiva anche il trattamento Inps per l’apertura della Partita Iva, non è rilevante, dice la Corte. Al contrario costituisce proprio la prova della non genuinità e autenticità dell’attività imprenditoriale attivata.

In altri termini, per la Consulta se si intraprende la strada del lavoro autonomo o d’impresa non si può parallelamente svolgere una prestazione di natura subordinata.

NASpI anticipata Partita Iva: la sentenza della Corte Costituzionale

La conclusione a cui giunge la Corte Costituzionale lascia molto perplessi almeno per due ragioni. Innanzitutto perchè si è voluto attribuire un ruolo preminente alla finalità anti-elusiva della normativa trascurando la circostanza che il complesso della norma incentivante è comunque finalizzato al reinserimento del lavoratore nel mercato del lavoro.

Inoltre, la sentenza – che ha un chiaro valore addittivo rispetto alla normativa – sembra non prendere in considerazione che in alcune circostanze la stipulazione di un contratto di lavoro subordinato può anche essere necessitato dall’inserimento in un contesto lavorativo in cui – per l’intersecarsi di vari fattori – è l’unica soluzione. Si pensi al caso del lavoratore edile titolare di partita Iva che ha l’opportunità di lavorare in un cantiere però, perchè inserito in un’organizzazione già strutturata dal committente, gli viene proposto un contratto di lavoro subordinato. Su questo peraltro ci sono anche rigidi orientamenti degli organi ispettivi che lasciano davvero poco spazio di scelta alle parti e le spingono a ricorrere al lavoro subordinato.

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