Nato da pochi giorni in India, il bambino figlio del bracciante indiano Singh Jaseer è già orfano di padre.
Questo perchè Singh, 29 anni, è stato pestato a morte nella notte tra il 30 e il 31 ottobre nelle campagne alla periferia di Latina. Il fatto è accaduto proprio mentre l’uomo festeggiava la nascita del primo figlio insieme ad amici. L’uomo è stato vittima di un agguato da parte di persone con il volto coperto, un pestaggio con bastoni e una pistola. I suoi amici sono rimasti feriti.
Gli inquirenti al momento stanno ricostruendo il movente dell’aggressione e il profilo degli aggressori. Non si esclude che si tratti di connazionali che hanno attivato l’agguato nell’ambito di uno scontro tra clan per l’egemonia economica nel territorio.
«La criminalità indiana è pericolosa – dice il sociologo Marco Omizzolo, studioso del fenomeno del caporalato in Italia – In questo momento ci sono leader indiani che hanno forti interessi economici, e li difendono in ogni modo».
“Intanto – secondo quanto raccolto da corriere.it – la polizia ha appurato che Singh Jaseer non era la vittima predestinata, bensì la persona che sfortunatamente ha avuto la peggio in uno scontro tra due gruppi, ed in cui gli aggressori hanno voluto prevalere anche a costo di uccidere. «Crediamo si tratti di una spedizione punitiva organizzata – prosegue il capo della Mobile – e dobbiamo capire perché il gruppo è stato colpito e chi sia il mandante. Ci sono altre tre persone gravi a seguito dell’aggressione, e certamente non era solo la persona che ha perso la vita ad essere oggetto di attenzione».
Anche per questo adesso c’è paura tra gli indiani che lavorano nei campi o nel commercio e da anni vivono in zona.
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