Lo scorso 28 ottobre in Consiglio dei Ministri è stata approvata la Manovra che prevede uno stanziamento di 8 miliardi per tagliare la componente fiscale sui redditi da lavoro. Il Governo quindi si è impegnato a ridurre la pressione fiscale nel 2022 al 41,7% del PIL (dall’attuale 42,8% raggiunto nel 2020). L’obiettivo è fare in modo che il netto in busta paga del dipendente sia più alto rispetto ad oggi, così da spingere i consumi e rilanciare la domanda interna.
Durante il percorso che la Manovra farà alle due Camere dovrà essere deciso quale strumento legislativo adottare per arrivare al taglio fiscale. Le opzioni sono ancora aperte, ma si pensa a una riforma strutturale che tagli le attuali aliquote crescenti con gli scaglioni di reddito (ipotesi meno probabile al momento) o un nuovo bonus fiscale (in attesa di una riforma complessiva).
Bonus 100€ 2022 in busta paga o NASpI: taglio Irpef?
Nelle intenzioni del Governo rientrerebbero sia l’ipotesi di ridurre l’Irpef che “una revisione organica del sistema delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e del trattamento integrativo” e – sul lato imprese – un possibile intervento sull’Irap, ovvero l’imposta regionale sulle attività produttive.
Sebbene siano ancora da definire le modalità attraverso le quali avverrà il taglio, nel documento approvato a fine giugno dalle Commissioni finanze di Camera e Senato veniva indicato come obiettivo l’abbassamento dell’aliquota Irpef con particolare attenzione ai redditi medi, per ridurre la distanza tra il terzo scaglione (da 28.0001 a 55.000 euro), tassato al 38%, e il secondo (da 15.001 a 28.000 euro), tassato al 27%.
Bonus 100€ 2022 in busta paga o NASpI: aumento a 120€?
Il Governo potrebbe puntare su una Revisione organica del sistema delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e del trattamento integrativo, ovvero del bonus di 100 euro in busta paga (ex bonus Renzi maggiorato di 20 euro). Le ipotesi a riguardo sono due: riassorbire il bonus nel sistema delle aliquote attuali o alzare la soglia del beneficio da 100 a 120 euro.
Nel secondo caso, il Trattamento integrativo (oggi destinato ai dipendenti ma anche i percettori NASpI e Disoccupazione Agricola), sulla base di quanto dicevamo in precedenza, potrebbe avere queste queste caratteristiche:
- aumento da 100 a 120 euro;
- estensione anche sopra i 40 mila euro di reddito, con l’applicazione di un décalage, cioè una riduzione graduale fino ai 55mila euro.
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