Il caro prezzi di queste settimane si fa sentire anche sull’inflazione che viaggia verso quota 4%. Secondo la Confcommercio a risentirne, a Natale, saranno i consumi con 5 miliardi in meno per la perdita del potere di acquisto da parte dei consumatori. Consumatori che rientrano principalmente in 3 categorie: disoccupati, lavoratori e pensionati. Con gli ultimi, i pensionati appunto, che riceveranno una prima risposta dall’Inps con l’adeguamento dell’assegno pensionistico.
Lo scrive il quotidiano Il Messaggero in edicola oggi:
“L’effetto dell’inflazione sulle pensioni costerà caro allo Stato. Per esempio: per le pensioni da 1500 euro lordi mensili arriverà il prossimo anno un extra che dovrebbe aggirarsi attorno ai 300 euro annui. Si chiama perequazione: la rivalutazione in base all’inflazione riguarderà quasi 23 milioni di assegni. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno: lo Stato nel 2021 ha risparmiato sulle pensioni, dal momento che le cifre sono rimaste stabili per l’inflazione nulla”.
Dunque i pensionati potranno contare su un meccanismo ‘forte’ di adeguamento degli importi. Più leggero è invece il meccanismo di adeguamento all’inflazione per chi riceve sussidi (l’adeguamento sta sui massimali Inps) e per chi, come i lavoratori, riceve lo stipendio: in quest’ultimo caso deve solo sperare in un aumento retributivo dato dal contratto nazionale o da un riconoscimento dell’azienda.
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