Al di là dei posti in più o in meno rispetto allo scorso anno, la classifica sulla qualità della vita del quotidiano Italia Oggi è chiara: a scalare la classifica del 2021 sono le grandi città del Nord. Al primo posto c’è Parma, che guadagna 39 posizioni, mentre importanti balzi in avanti fanno Torino, Milano, Trieste, Bologna e Firenze. Roma è l’unica delle grandi città ad essere fuori dal gruppo delle migliori province, perdendo quattro posizioni, dal 50°al 54°posto. Indietreggiano le realtà più piccole e tra le province che perdono maggiori posizioni troviamo infatti Rieti. Il motivo di questo sconvolgimento, come riporta Italia Oggi, è duplice: da una parte le metropoli hanno dimostrato di saper affrontare meglio la pandemia da Covid-19. Il secondo motivo è metodologico e si è deciso quindi di ridimensionare alcuni indicatori degli anni precedenti attribuendo un peso uguale o di poco superiore ad Affari e lavoro, Ambiente, Sicurezza, Salute, Tempo libero e Reddito. Ma l’analisi non cambia. Nel Lazio la classifica è questa: Roma è 50^ e perde 4 posizioni. Rieti è 64^ e perde 27 posizioni. Viterbo è 70^ e ne guadagna 14. Frosinone è 80^ e ne scala 7. Latina è 82^ e ne recupera 3. La sostanza, però, è che nel Lazio si vive complessivamente peggio rispetto ad altri territori. Se poi andiamo a guardare la classifica del sottosistema legato agli Affari e al Lavoro, Frosinone è al 95°posto (era al 101°un anno fa), Latina è al 91° (era all’85°), Rieti al 77° (stessa posizione del 2020), Viterbo al 72°(era all’83°). Mentre Roma è all’89° (era al 72°). Insomma, tre province laziali (Roma, Frosinone, Latina) si collocano nei bassifondi della classifica. Spietata ma vera l’analisi di Italia Oggi: “A questo punto il problema nel nostro territorio Regionale è quello di capire come sia possibile gestire al meglio i fondi del Pnrr evitando che queste risorse si disperdano nei soliti mille rivoli, mentre le metropoli del nord hanno già innestato una marcia in più”. Purtroppo il Lazio scivola verso il Mezzogiorno. Viterbo va leggermente meglio, ma la sostanza non cambia. Rispetto a sette anni fa abbiamo una Regione sicuramente migliorata, quando avevamo 12 miliardi di euro di debiti non pagati al sistema delle imprese e dei Comuni e 700 milioni di disavanzo nella sanità. Una Regione che non ha risolto tutti i problemi ma che sicuramente arriva pronta a questa grandissima sfida. E’ l’ora delle responsabilità delle scelte. Non soffermiamoci sulle poche posizioni perse o guadagnate, il nodo è strutturale.
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Fonte: cisl.it