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Pensione a 67 anni, stop alla Legge Fornero: le 2 promesse di Draghi ai sindacati

Ieri c’è stato l’incontro tra Governo e sindacati sulla riforma della pensioni. Obiettivo di Cgil, Cisl, Uil era quello di puntare all’avvio di una interlocuzione permanente con la compagine governativa per arrivare a riforma la Legge Fornero che porta ad un graduale pensionamento dai 67 anni fino a oltre i 70 anni.

Nessuno spazio di revisione strutturale della ‘Fornero’ c’è nella manovra di Bilancio per il 2022. Questo ha confermato ieri il premier Mario Draghi durante la riunione. Solo aperture su misure limitate nel tempo che danno più flessibilità alle uscite pensionistiche: alle donne con Opzione donna, ai lavoratori che svolgono attività gravose con Ape Sociale, e un Quota 102 (uscita a 64 anni e 38 di contributi) per un anno, il 2023 dopodichè si ritornerà alla Fornero.

A meno che non intervenga una Riforma. Ed è proprio questa la prima promessa di Draghi ai sindacati: l’avvio di un tavolo che riordini integralmente la materia pensionistica.

Lo annuncia il quotidiano Il Sole 24 Ore in edicola oggi:

Un tavolo sulla riforma delle pensioni da far scattare a inizio dicembre, dopo una preventiva comunicazione del premier in Consiglio dei ministri. Con una probabile scadenza per la chiusura del confronto individuabile nel Def di aprile, in cui dovrebbero essere inserite le prime indicazioni sul nuovo assetto previdenziale da rendere operativo dal 1° gennaio 2023”.

Inoltre il quotidiano economico parla di un’altra promessa importante di Draghi, che riguarda più il merito di quello che si andrà a discutere su questo ‘tavolo di riforma delle pensioni’. Un “segnale incoraggiante per i sindacati – scrive ‘Il Sole’ – è quello dell’apertura di una tavolo ufficiale sulla previdenza per rendere più flessibile la legge Fornero e introdurre forme di tutela previdenziale per i giovani. Draghi e Franco hanno ripetuto che questi interventi non possono essere adottati con l’attuale legge di bilancio perché per il 2022 non sono disponibili le risorse necessarie. Ma il governo è pronto ad affrontare già a inizio dicembre il dossier con l’obiettivo di giungere in tempi non troppo lunghi a una conclusione in vista del 2023. L’orizzonte per un possibile accordo era stato già individuato nei giorni scorsi da Domenico Proietti (Uil) nel Def di aprile”.

Dunque entro l’anno potranno essere fatte eventualmente solo delle correzioni a quanto già previsto dalla Manovra in discussione in questi giorni in Parlamento e niente riforma della Fornero.

Ma la ‘musica’ potrebbe cambiare entro aprile. A quanto pare i primi 4 mesi del 2022 saranno decisivi per arrivare ad un’intesa di massima tra governo e sindacati. Sarà quindi il Def, cioè il documento di economica e finanza che raccoglie tutti gli obiettivi di politica pubblica, a dover indicare se ‘Draghi e i suoi’ vogliono realmente riformare la Legge Fornero.

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