Approvato il decreto legislativo che introduce dal 1° marzo 2022 l’Assegno unico per i figli, che tra qualche giorno, dopo il parere positivo delle Camere e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, sarà legge dello Stato.
Il decreto prevede che le famiglie potranno fare domanda dal 1° gennaio 2022. Si è dato tempo 2 mesi per poter chiedere e ottenere l’ISEE aggiornato al 2022 per poi inviarlo all’Inps per la domanda di Assegno, così da far partire le erogazioni da marzo. L’erogazione dell’Assegno unico è mensile e parte da un importo di 175 euro (per approfondire clicca qui). Come accade in questi mesi in cui vige il regime transitorio del cd. Assegno temporaneo figli.
Un cronoprogramma studiato dai tecnici governativi per evitare il più possibili ingorghi burocratici e favorire le attività dei CAF, impegnati con gli ISEE, e le strutture INPS, impegnate a valutare le domande che via via arriveranno.
Un cronoprogramma dal quale saranno esclusi i percettori di Reddito di cittadinanza. A prevederlo è lo schema di decreto legislativo che TuttoLavoro24.it ha potuto leggere in ESCLUSIVA per i suoi lettori.
“Per i nuclei familiari percettori del Reddito di cittadinanza” si legge “l’INPS corrisponde d’ufficio” “l’assegno”. In altri termini significa che è corrisposto automaticamente ai percettori.
La corresponsione, ed è questo uno degli aspetti innovativi della norma, avviene “congiuntamente ad esso e con le modalità di erogazione del Reddito di cittadinanza”. Il nuovo decreto è chiaro: Inps deve pagare l’Assegno unico insieme al Reddito di cittadinanza e non separatamente come sta accadendo in questi mesi di “prova” con l’Assegno temporaneo figli che sarà quindi erogato fino alla mensilità di febbraio 2022. Basta quindi, dice il decreto, con i pagamenti in date separate ed incerte che mandano in tilt i percettori. Dal 2022 Inps deve ‘cambiare musica’.
Inoltre, si legge nello schema di decreto, “il beneficio complessivo è determinato sottraendo dall’importo teorico spettante la quota di Reddito di cittadinanza relativa ai figli minori che fanno parte del nucleo familiare, calcolata sulla base della scala di equivalenza”. Dunque nella determinazione dell’importo finale si terrà conto di quanto già percepisce la famiglia a titolo della quota-figli, che rientra nel Rdc.
L’Assegno unico dovrà essere suddiviso in parti uguali in caso di due maggiorenni esercenti la responsabilità genitoriale. In questo caso la divisione viene fatta dietro richiesta dei beneficiari.
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