“Ad appena una settimana dall’ultimo CDA di TIM, in queste ore, stanno emergendo azioni confusionarie dei consiglieri di amministrazione, sotto la regia degli azionisti che puntano a ribaltare la Governance aziendale, anziché lavorare ad un piano industriale di sviluppo”. Lo dichiara Vito Vitale Segretario Generale della Fistel Cisl, che denuncia anche come la politica sia responsabile dello stato in cui versa l’ex monopolista. “Le scelte politiche hanno sempre modificato le strategie di TIM- aggiunge Vitale- soprattutto negli ultimi anni non si è riusciti a dare un indirizzo politico di sviluppo e di governance della infrastruttura di rete in fibra. Inoltre i Ministeri dello Sviluppo Economico e quello della Transizione Digitale hanno invitato le aziende private ad investire enormi risorse per ridurre il digital divide nel Paese durante la pandemia e poi sono venuti meno alle incentivazioni attraverso i voucher per la connessione delle famiglie e delle imprese”. Per Vitale, dietro le manovre di queste ore in TIM, ci sono aspetti nebulosi che interessano aree della politica e degli azionisti, senza escludere lobby di interessi ed aspettative individuali che non sarebbero in grado di dare risposte industriali. “Le ricadute di questo stato confusionale nel quale è venuta a trovarsi TIM- continua Vitale- rischiano di degenerare in modo irreversibile con gravissime conseguenze sul sistema di Telecomunicazioni del Paese, già in mano ad azionisti stranieri, sull’occupazione interna e sull’indotto, dove sono impiegati circa 80.000 lavoratori”. “Non è ipotizzabile lo spezzatino di TIM. È incomprensibile che il MISE convochi Dzan su richiesta dei consumatori e non si confronti con il Sindacato sul futuro delle TLC in vista delle risorse del PNNR- sottolinea Vitale. “Il processo di disgregazione della più grande azienda italiana sarà contrastato, mettendo in campo tutte le iniziative sindacali necessarie a difendere i lavoratori, le loro professionalità e gli interessi primari dell’Italia- conclude.
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Fonte: cisl.it