“È discutibile, riduttivo e infruttuoso, oltre che poco opportuno, che il convegno sulla transizione energetica promosso venerdì scorso da Regione e Ministero abbia escluso dalla partecipazione le parti sociali, nonostante le richieste di confronto e le emergenze irrisolte nel settore”: la denuncia è di Cgil, Cisl e Uil che sottolineano come l’energia sia in Sardegna un problema irrisolto che crea diseconomie e pesa sulle spalle dei cittadini e dei lavoratori.
Sul tema, Cgil, Cisl e Uil hanno da tempo espresso la loro posizione e avviato una serie di iniziative di mobilitazione tutt’ora in corso. Ultima in ordine di tempo, la proclamazione dello stato di agitazione regionale dei settori energia e industria, ma sono state diverse le occasioni in cui i sindacati, unitariamente, hanno sollecitato – ad esempio già il 22 luglio scorso con una lettera ai ministeri dello Sviluppo e della Transizione – un confronto a tutti i livelli che, al momento, è stato immotivatamente negato.
“La politica – aggiungono i sindacati – ha certamente sedi proprie e istituzionali per confrontarsi, perciò l’iniziativa di oggi, escludendo le parti sociali e produttive, risulta del tutto parziale e autoreferenziale mentre avrebbe potuto rappresentare un’occasione per avviare il confronto chiesto a più riprese su un tema così decisivo per la Sardegna e le sue comunità, per la promozione dello sviluppo e il lavoro”.
Cgil, Cisl e Uil richiamano ancora una volta con forza la necessità di una convocazione da parte del Governo e della Regione per affrontare il tema in maniera compiuta e partecipata. Nel frattempo, consapevoli dei riflessi che le scelte che verranno fatte avranno sui lavoratori e le loro famiglie e sull’intero futuro della Sardegna, i sindacati proseguiranno la mobilitazione anche con ulteriori e più incisive azioni di lotta.
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Fonte: cisl.it