Sta per partire l’assegno unico e universale per i figli a carico dal settimo mese di gravidanza ai 21 anni di età. Si tratta del provvedimento su cui ha spinto fortemente la Ministra per la famiglia e le pari opportunità Elena Bonetti (Iv) che fino ad ora è stato sostituito dalla misura ponte dell’assegno temporaneo.
Bonus che sarà destinato ai lavoratori autonomi, ai cd. incapienti, i percettori del reddito di cittadinanza, i lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato e ai disoccupati nella misura di 175 euro mensili per chi ha un Isee pari o inferiore a 15.000 euro. L’importo diminuisce ad aumentare dell’Isee, fino a un minimo di 50 euro al mese.
Tuttavia, questo non vuol dire che tutte le famiglie italiane incrementeranno il loro reddito grazie all’assegno unico, proprio perché dovranno presentare l’Isee che tiene conto anche del patrimonio immobile e mobile, quindi anche dei risparmi finora non rilevati nell’attuale sistema di detrazioni per i figli a carico. Verranno rilevati anche le giacenze dei conti correnti, premi assicurativi e le automobili possedute.
Da un lato per alcune tipologie di famiglie l’assegno unico costituisce un guadagno. In questo caso vedrebbero aumentarsi il proprio reddito:
Considerando dunque non solo il reddito ma anche il patrimonio mobiliare e immobiliare, secondo l’ISTAT, il 29,7% delle famiglie italiane con l’assegno unico e con la conseguente eliminazione delle altre misure a sostegno delle famiglie con figli a carico andrebbe incontro a un peggioramento del proprio reddito. Parliamo soprattutto di:
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