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Chimici. Sanac, Tramannoni (Femca Cisl): “Al Mise altra fumata nera, a rischio 335 lavoratori”

“Anche l’ultimo confronto al Mise, l’ennesimo, non è servito a risolvere la drammatica situazione della Sanac. La decisione di bloccare nuovi ordinativi, messa in atto da Acciaierie d’Italia, mette a repentaglio centinaia di posti di lavoro nell’azienda e una filiera produttiva dell’acciaio, con la conseguenza di portare fuori dal nostro paese un’attività con costi nettamente superiori e con una qualità del prodotto tutta da verificare. Tutto questo in netta contraddizione con la politica del Governo che vuole combattere la logica delle delocalizzazioni”. Lo ha dichiarato Luciano Tramannoni, della Femca Cisl nazionale, commentando l’esito dell’incontro di martedì scorso. “Riteniamo molto grave – spiega – l’assenza di Acciaierie d’Italia all’incontro, al quale hanno partecipato invece le sigle sindacali, le Rsu, i Commissari Sanac, le istituzioni. Nel corso del vertice si è appreso che il Comitato di Sorveglianza ha dato il proprio parere favorevole al bando per la nuova gara. I Commissari – aggiunge il sindacalista della Femca – predisporranno ora tutta la documentazione che invieranno al Mise per iniziare l’iter per l’assegnazione e la cessione dell’intero Gruppo industriale. I tempi indicati per la conclusione della gara presumibilmente saranno di circa 5 o 6 mesi. Sul versante degli ordini, invece, non ci sono novità: la Sanac continua a non riceverne dallo scorso maggio. Una situazione che comporterà un forte incremento dei lavoratori in Cassa integrazione e che mette a rischio, se la situazione dovesse perdurare, anche il futuro della stessa azienda e dei 335 lavoratori degli stabilimenti di Massa, Vado Ligure, Assemini Grogastu, Gattinara. Acciaierie d’Italia ha gravi responsabilità sulla vicenda: con questa politica industriale sta distruggendo una realtà che nell’ultimo periodo ha avuto delle performance importanti su investimenti, redditività, volumi produttivi, mercato e occupazione. La nostra richiesta – prosegue Tramannoni – è che attraverso l’intervento personale del Ministro dello Sviluppo Economico, Giorgetti, si riportino i volumi produttivi in capo a Sanac, per permettere un mantenimento dell’occupazione e la salvaguardia di un patrimonio industriale importante. Inoltre è necessario portare a termine una gara di assegnazione del Gruppo Sanac a un gruppo imprenditoriale che sappia sviluppare nel suo insieme le 4 realtà industriali. Infine riteniamo indispensabile attivare da subito un Tavolo governativo sulla siderurgia che metta insieme tutte le realtà coinvolte per discutere di politica industriale per la salvaguardia dell’intero settore siderurgico italiano. In mancanza di risposte positive in un tempo adeguato – conclude Tramannoni – i sindacati predisporranno ulteriori iniziative sindacali”.

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Fonte: cisl.it

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