Non solo la riforma Irpef che taglia il prelievo fiscale sui redditi da lavoro dipendente e redditi assimilati (es. pensioni, Naspi, Disoccupazione agricola, ecc.), il Governo sta lavorando ad un ulteriore taglio sui contributi previdenziali dovuti all’Inps. La novità sarebbe inserita con la legge di Bilancio in approvazione entro fine anno.
Un taglio che andrebbe a incidere su quella parte della retribuzione lorda che il lavoratore ‘paga’, attraverso il datore di lavoro, all’Inps. Un taglio che quindi farebbe aumentare il netto in busta paga. Ma di quanto?
Ne parla l’edizione odierna del quotidiano Avvenire in edicola:
“Per agevolare maggiormente i redditi meno alti il governo mette ora sul piatto 1,5 miliardi per il taglio dei contributi previdenziali. Si tratterebbe di ridurre di circa mezzo punto percentuale (dall’8,9 all’8,4%) la contribuzione a carico dei lavoratori che grava sui redditi fino a 47mila euro. A spanne, per uno stipendio medio si tratterebbe di poco più di un centinaio di euro in meno l’anno“.
Una riduzione degli oneri previdenziali che andrebbero quindi a favorire i lavoratori. Tale agevolazione si andrebbe a sommare al taglio che verrà fuori, sempre dal 2022, dalla riforma Irpef: per approfondire clicca qui.
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