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Emilia Romagna. Rapina a Borgogioioso Carpi: sindacati chiedono nuove regole per guardie giurate

«Il grave episodio di ieri presso il centro commerciale Il Borgogioioso di Carpi riaccende i riflettori sulla condizione di lavoro che oggi coinvolge tutto il comparto della vigilanza armata».
Lo affermano Filcams Cgil Modena, Fisascat Cisl Emilia Centrale e Uiltucs Uil di Modena commentando la rapina avvenuta ieri e durante la quale una guardia giurata è rimasta ferita da un colpo di pistola esploso da un rapinatore.
I sindacati ricordano che questo settore è sempre più coinvolto nell’intricato mondo degli appalti; anche quando è in gioco la sicurezza di luoghi sensibili come tribunali o aeroporti, la vigilanza si assegna con bandi di gara.
«Il rischio per la propria incolumità può raggiungere livelli altissimi, praticamente identici a quelli di qualunque operatore delle forze di polizia del nostro Paese – sottolineano Cgil Cisl Uil del commercio e servizi – Eppure, nonostante esistano regole contrattuali e aziendali, norme di legge e circolari prefettizie, i lavoratori stanno diventando sempre più invisibili agli occhi della gente, di chi fa le regole e di chi deve tutelarli».
I sindacati rivelano che poco prima della pandemia avevano avuto modo di confrontarsi con questura e prefettura per illustrare i problemi del settore, anche e soprattutto quelli legati all’incolumità della guardia durante il servizio di vigilanza armata.
«Non è nostra intenzione speculare sull’episodio di ieri, che purtroppo poteva capitare ovunque in qualunque momento – dicono Cgil Cisl Uil di categoria – Come spesso succede, però, sembra che si puntino i riflettori su una situazione rischiosa quando ormai il danno è fatto.
Dalle ricostruzioni sembra che le guardie giurate fossero due, una in attesa sul furgone e una (la vittima dell’aggressione) che in solitaria pensava al recupero del contante dal bancomat.
Una prassi ormai consuetudine, ma nessuno si chiede quanto sia vulnerabile un operatore della sicurezza che si muove da solo? Senza appoggi, senza supporto, impegnato a fare il proprio lavoro e fare attenzione che intorno a lui non ci siano malintenzionati che, all’improvviso, impugnano un’arma.
Questo vale anche per altri servizi, come le pattuglie notturne, svolte in solitaria quando una guardia giurata può, all’improvviso, dover intervenire su un allarme senza sapere chi e cosa troverà sul luogo dell’intervento, tanto meno se sarà appoggiato da un collega, magari troppo distante per poterlo affiancare in tempi rapidi.
È un problema che si trascina da tempo ed è via via peggiorato. Poco personale, stipendi bassi, la girandola degli appalti che sul lungo andare ha compromesso orari e salari, turni notturni massacranti. La vita della guardia giurata – continuano Filcams, Fisascat e Uiltucs – è condizionata dalle aziende, spesso poco inclini a ragionare di pattuglie con più personale, perché questo significherebbe aumentare i costi. Insomma, come spesso accade negli infortuni sul lavoro di cui tanto abbiamo parlato negli ultimi mesi, il problema è sempre lo stesso: il profitto a discapito della sicurezza».
A questa situazione si aggiunge il mancato rinnovo del contratto nazionale, scaduto da sei anni. La trattativa – denunciano le sigle sindacali – è bloccata di fatto anche per via dell’ostracismo delle controparti aziendali, che da troppo tempo si barcamenano su posizioni poco chiare, praticando una melina senza aumentare garanzie e salari tra i più bassi nel nostro Paese.
«Le aziende accolgano le richieste dei lavoratori e rinnovino con noi il contratto, ma serve anche che le rivendicazioni su certe tematiche tornino sui tavoli delle prefetture per un ragionamento più concreto su cosa sia oggi il mondo della vigilanza e su come tutelarlo. È un caso che oggi si parli solo di un ferito e non di qualcosa di peggio.
Speriamo almeno che questo evento sia l’inizio di una nuova discussione per ridare dignità a questa professione ed evitare che il mondo della vigilanza diventi il luogo di lavoro degli ultimi nell’indifferenza di tutti, come già successo in altri settori», concludono Filcams Cgil Modena, Fisascat Cisl Emilia Centrale e Uiltucs Uil di Modena.

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Fonte: cisl.it

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