“Draghi sulla scuola ha sbagliato tutto”. Sono queste, in sintesi, le parole dei sindacati della Scuola che ieri hanno manifestato a livello nazionale per il taglio agli investimenti nell’istruzione, nei percorsi di inserimento dei docenti che confermano la precarietà, per le risorse (poche) destinate agli stipendi di insegnanti e Ata.
“Il governo ha sbagliato tutto fino ad oggi. Questo sciopero è solo l’inizio della mobilitazione”, sono le parole scandite da Francesco Sinopoli Segretario generale Flc Cgil e raccolte dal quotidiano il manifesto in edicola oggi sulle cui colonne si fa il punto – in sintesi – degli interventi del Governo sulla scuola:
”Il piano di ripresa e resilienza (Pnrr) destina 5 miliardi di euro alle investimenti andranno sulle infrastrutture e non a chi lavora al loro interno. A docenti e personale Ata la legge di bilancio del governo Draghi riconosce un aumento di soli 87 euro, e altri 12 solo a chi dimostrerà «dedizione». Gli stipendi resteranno tra i più bassi in Europa, 350 euro sotto la media. In 13 anni di blocco salariale hanno perso almeno il 20% del valore reale. E agli studenti il messaggio implicito è questo: a tutti quelli che non si iscriveranno agli istituti tecnici superiori (Its), dove il governo intende riversare 1,5 miliardi dal forziere del Pnrr, pazienza. Fare scuola è andare in una fabbrica di precariato. In tutti i sensi, a cominciare dalle condizioni in cui si vive in classe. Ieri, hanno fatto sapere gli studenti della Rete della Conoscenza, decine di scuole sono state evacuate perché la temperatura al loro interno non superava i 18 gradi”.
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