Michele Roveron è stato riconfermato segretario generale della Cisl Fp Padova Rovigo, al termine del congresso svoltosi oggi all’Hotel Piroga. Gli altri componenti della segreteria sono Brenda Bergo e Andrea Ricci.Introducendo i lavori, Michele Roveron ha ripercorso gli ultimi quattro anni di attività sindacale della Funzione pubblica. «Anni di grande impegno e di grandi risultati. I nostri delegati e dirigenti hanno raggiunto nuovi traguardi grazie a quello “spirito di comunità” che ci caratterizza, fondamento e guida della nostra azione sindacale. La nostra azione è stata messa in campo con il nostro stile chiaro, determinato e solidale, non dimenticando quelle situazioni di “periferia esistenziale” che papa Francesco ci ha indicato, riferendosi ad un’azione sindacale rispettosa della dignità umana nella sua più intima essenza». Roveron ha quindi ricordato i drammatici momenti dell’esplosione della pandemia, nel febbraio dello scorso anno e «il dolore di tutti gli operatori, in tutti i reparti e servizi, in condizioni estreme, agire in una trincea operativa che ha saputo combattere contro l’aggressività di una pandemia dai tratti ancora indefinibili. Questo sistema di cura alla persona è forse uno dei più importanti per il futuro dell’Italia e va protetto continuamente. Le nostre continue richieste di garantire adeguati finanziamenti e organici stanno a dimostrare l’attacco al sistema in atto da tanti anni. Riduzione di spesa, tagli lineari, spending review, lotta agli sprechi sono stati spesso sinonimi per mascherare la volontà di ridurre la garanzia universalistica del diritto alle cure, garantita spesso caricando sui lavoratori un peso insopportabile. Il Pnrr ora può essere una straordinaria occasione per programmare e sostenere le necessarie riforme».Da anni la Fp Cisl chiede la riforma delle Ipab e la legge sulla non autosufficienza. «Negli ultimi anni è stato forse il settore dove ci siamo impegnati di più, per reclamarne il cambiamento all’insegna di un riordino di tutto il complesso sistema della residenzialità e domiciliarità. Cambiamento reso improcrastinabile dall’arrivo della pandemia». Ancora è stato ricordato il ruolo della sanità privata, delle amministrazioni locali quale snodo nevralgico di cerniera e coesione territoriale, delle Polizie locali, delle Funzioni centrali e il terzo settore. «Riteniamo che la PA debba farsi sentire parte integrante delle comunità – ha concluso Roveron – debba avvicinarsi alla comunità con forme nuove e diverse. La lezione appresa durante questo biennio deve restare nella storia e diventare metodo».Dopo l’intervento di Roveron, l’analisi della situazione attuale e le prospettive per il futuro sono state al centro di una tavola rotonda alla quale hanno partecipato il direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Padova Giuseppe Dal Ben, il presidente della Provincia di Padova Fabio Bui, la direttrice dell’Inps di Rovigo Roberta Carone e il segretario generale della Cisl Fp nazionale Maurizio Petriccioli. «Questo Paese è per natura restio al cambiamento, ma non cambia anche perché ha una grandissima difficoltà a mettere insieme opinioni diverse – ha detto Petriccioli – Dobbiamo mettere insieme gli interessi di tutti e costruire scenari per concorre a creare il bene comune. Quello che manca è una visione di riforma della pubblica amministrazione. Vanno cambiati i sistemi di selezione, l’organizzazione del lavoro, che vede ora le persone trattate come numeri. Bisogna creare momenti di governance per favorire questo cambiamento».Per una rivisitazione della Pubblica amministrazione, tutti i relatori hanno messo l’accento sull’importanza della formazione. «Siamo di fronte a un bivio – ha detto Bui – O imbocchiamo la strada delle riforme o verremo travolti. Abbiamo la responsabilità di far tesoro delle difficoltà emerse nei mesi della pandemia, per cambiare». L’esperienza della pandemia, ha aggiunto Dal Ben «ci sta insegnando molto e ci sta portando verso una riprogrammazione in termini quantitativi e qualitativi della gestione delle risorse umane». Roberta Carone ha ricordato il grosso impegno per riuscire a continuare a fornire i servizi Inps in tempo di pandemia, «una circostanza – ha detto – che ci ha insegnato ad essere pronti al cambiamento. E ha insegnato a tutta l’Italia che la pubblica amministrazione non è un peso, ma è di fondamentale importanza soprattutto nei momenti di difficoltà». In relazione allo sciopero generale, Petriccioli ha sottolineato «l’opportunità di stare a un negoziato sulla riforma del fisco e sulla previdenza che sindacato vuole sfruttare in modo partecipativo, giocando un ruolo di condivisione e di cogestione».Concludendo il dibattuto, il segretario generale della Cisl Padova Rovigo Samuel Scavazzin ha sottolineato l’importanza del congresso, «un momento importante per la Cisl e per la Funzione pubblica, per fare il punto e ripartire più forti di prima. E mai come in questo momento storico è necessario. Questi due anni di pandemia – ha aggiunto Scavazzin – possono essere l’occasione per cambiare i nostri paradigmi. Purtroppo è un momento complicato. Per quanto riguarda i rapporti col governo, veniamo dall’esperienza col Conte 1, con il quale non abbiamo avuto nessun rapporto, col Conte 2, dove eravamo anche in troppi, perché gli stati generali hanno dato voce anche a chi non rappresentava nessuno e infine col governo Draghi, con il quale c’è stato un cambio di passo e abbiamo ripreso il ruolo che ci spettava. Qualcosa di buono si è fatto. Premetto che il mondo non finisce con la legge di bilancio, ma ci sono state trattative importanti, sull’Irpef, sul caro bollette, sull’allargamento della “no tax area” per i pensionati, sulla non autosufficienza, dove abbiamo messo qualcosa di importante in cantiere. Qualcosa che non basta. Ma riteniamo lo sciopero una scelta sbagliata, divisiva. Faremo una manifestazione dopodomani con le parole d’ordine lavoro, sviluppo, coesione e responsabilità, perché mai come adesso ce n’è bisogno. Mai come adesso c’è bisogno di sindacato e c’è bisogno della Cisl. Il nuovo congresso della Cisl sarà il 10 e l’11 febbraio. Vogliamo partire da giovani e donne. Migliorando il nostro essere sindacato miglioreremo anche le condizioni di tutti i lavoratori e quindi anche il nostro territorio».Questi i punti principali della mozione finale approvata dal congresso: sostenere la centralità della sanità pubblica valorizzando competenze e professionalità di chi vi opera, perseguire nella sanità privata il percorso di convergenza avviato con il pubblico, rilanciare le Ipab attraverso una riorganizzazione e una messa in rete con le Aziende Ulss e i sistemi comunali e territoriali, ottenere nuove competenze per gli Enti locali, promuovere la proposta di un nuovo patto sociale di concertazione nazionale.
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Fonte: cisl.it