Dal 2022 arriverà l’Assegno unico figli che cancellerà tutti i benefici attualmente goduti dalle famiglie (per approfondire clicca qui). Per le famiglie ci sarà un vantaggio oppure no?
Secondo l’Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb) ad essere a rischio sono circa 746mila nuclei familiari, circa il 10% dei beneficiari, che avranno una perdita di 503 euro a famiglia e 362 euro a figlio. Ecco perchè il Governo ha pensato bene di inserire nel decreto una ‘clausola di salvaguardia’, vale a dire una norma-paracadute che tutela le famiglie da potenziali perdite dal passaggio tra i vecchio e il nuovo regime.
Il lato debole del decreto è che questa clausola – che è a tutti gli effetti una maggiorazione che garantisce una sostanziale equivalenza dei benefici – non vale per tutti ed è ‘a tempo’.
Lo ricorda il quotidiano la Repubblica in edicola oggi sulle cui colonne si legge:
“Il punto è che si tratta di una clausola triennale (vale solo dal 2022 al 2024), soggetta a décalage e limitata ai nuclei con Isee fino a 25 mila euro e già beneficiari quest’anno di assegni familiari. Nel 2022 la “maggiorazione transitoria” sarà piena e “salverà” 333 mila famiglie, lasciandone però in rosso altre 413 mila e i loro 600 mila figli”.
Uno svantaggio che produce numeri importanti rispetto ai quali sarà necessario intervenire entro il 2025. Numeri che coivolgono soprattutto chi possiede proprietà immobiliari, ha un Isee sopra i 25mila euro e persino chi percepisce il Reddito di cittadinanza:
”Sono 746 mila famiglie e un milione di figli, il 10% del totale, dal 2025. Nel 2022 questo numero si riduce a 413 mila nuclei e 600 mila figli (il 6%), grazie alla “maggiorazione transitoria” sul 100% della perdita. Nel 2023, quando la maggiorazione coprirà i due terzi della perdita, le famiglie in rosso saranno 613 mila e i figli 860 mila (l’8%). Nel 2024 la maggiorazione tamponerà solo un terzo dei minori importi incassati. Nel 2023 a pagare di più saranno i nuclei con un figlio (l’11%), redditi medio-alti, dipendenti e autonomi ma pure chi vive di redditi da fabbricati (32%), chi sta al Nord o al Sud (16% in entrambi i casi), in casa di proprietà (13%). E anche il 5% dei beneficiari di Reddito di cittadinanza che ricevono l’assegno unico in automatico, ma perdono la quota di Reddito attribuita ai figli”.
(In foto la Ministra della Famiglia Elena Bonetti, Italia Viva)
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