Proroga Rem 2022, nuovi bonus e fondo perduto: ecco il motivo del rinvio a febbraio

ROMA – Tutto rinviato a febbraio. O meglio, dopo l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

Sembra essere questo il destino del pacchetto di aiuti Covid, quello più sostanzioso (si era parlato di circa 8-10 miliardi di euro), che dovrebbe prevedere nuovi Bonus per i lavoratori stagionali e spettacolo, proroga del Reddito di emergenza, nuovi contributi a fondo perduto.

Quello che – per capirci – è stato chiesto a gran voce prima dal M5S in Parlamento, poi dal suo leader Giuseppe Conte, e poi anche dagli altri partiti tra cui in particolare la Lega.

Nuovi aiuti per sostenere il reddito di famiglie, lavoratori e imprese, nella consapevolezza che quando si chiedono dei sacrifici, bisogna anche sapere dare. Come diceva lo stesso Conte in video fatto circolare alla vigilia di Capodanno.

La ’fiamma’ tra la politica e le esigenze del popolo è però durata per pochi giorni. Accesa da un ordine del giorno votato dal Parlamento su proposta del M5S che impegna il Governo ad aiutare gli stagionali e chi vive in condizioni di precarietà.

Dopodiché si è spenta. Si è iniziato a parlare di rinvio della decisione di chiedere un nuovo deficit o ‘scostamento di Bilancio’ (quello che serve per autorizzare i nuovi aiuti). Ma perchè?

La risposta prova a darcela il quotidiano on-line HuffPost.it in un articolo di Giuseppe Colombo in cui si legge che il motivo risiede tutto negli equilibri politici che i partiti governativi non vogliono rompere in vista dell’elezione del Capo dello Stato:

“Ci sono anche ragioni politiche dietro la scelta di non riaprire il rubinetto del deficit e queste ragioni si chiamano Quirinale. La gestione di uno scostamento di bilancio richiede molti elementi, oltre al fatto che bisognerebbe stressare i tempi dei lavori del Parlamento, che deve autorizzarlo. Il 24 gennaio, tra appena undici giorni, le Camere saranno impegnate con l’elezione del presidente della Repubblica e nel frattempo, tra commissioni e aule, ci sono altri provvedimenti da convertire in legge. Ma è soprattutto l’elemento politico puro a rendere impossibile il ricorso allo scostamento. Già le richieste della Lega e dei 5 stelle stanno rallentando il decreto da due miliardi, figurarsi cosa accadrebbe con dieci o più miliardi. Insomma il rischio è quello di una baruffa capace di contaminare i già difficili equilibri da trovare per eleggere il prossimo capo dello Stato. Quella che palazzo Chigi porta avanti è però la motivazione economica e cioè la non necessità di interventi extra large perché l’impatto di Omicron è ancora tutto da stimare. Uno scostamento più in là, dopo il voto per il Colle, non è escluso, ma a quel punto bisognerà vedere se il premier sarà ancora Draghi e su quali equilibri si reggerà il Governo“. 

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