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Lavoratori artigiani senza cassa integrazione (dopo la fine della Cig Covid): questa la strategia

Il Fondo sino alla data del 30 marzo 2022 non potrà acquisire e istruire nuove domande” di cassa integrazione.

E’ questo il sintetico messaggio fatto circolare in una nota da FSBA con cui si annuncia che i lavoratori artigiani rimarranno al momento senza cassa integrazione per “lavori in corso”. I lavori riguardano le modifiche dello Statuto e dei Regolamenti del Fondo che devono essere necessariamente conformati alla Legge di bilancio per il 2022 (l. 234/2021) per poter erogare le prestazioni. E questo richiede del tempo, anche per poter consentire ai lavoratori di non perdere alcuna delle settimane di sospensione.

Ma su questo il Fondo stesso garantisce che si è già attivato, “avviando interlocuzioni istituzionali, anche alla luce dell’intento condiviso dalle parti istitutive di gestire domande che facciano riferimento al periodo che muove dal 1° gennaio 2022”. Dunque nulla sarà perduto, sembra rassicurare FSBA.

Prova a ‘tradurre’ il comunicato FSBA, la UIL Artigianato rassicurando i lavoratori che le parti sociali non hanno ancora “messo da parte l’idea di avere ulteriori settimane di cassa integrazione covid finanziata con i soldi pubblici e gestita, ovviamente, dal fondo degli Artigiani”. In questa direzione vanno le richieste di alcuni parlamentari nell’ambito del Decreto Milleproroghe.

E che – ad ogni modo – qualora il Governo continui a rimanere sordo rispetto alle richieste delle parti sociali (non solo dell’artigianato), nell’ambito di FSBA è stato comunque “convenuto che, se non ci dovesse essere altra cassa integrazione covid, il fondo riaprirà l’utilizzo delle prestazioni ordinarie a far data dal primo gennaio 2022”.

E allora perchè tener ferme le domande di cassa integrazione Cig Covid fino alla fine di marzo? La risposta di chiarimento da là ancora UIL Artigianato quando scrive che “in questa fase è inopportuno che vengano presentate domande a questo fine, perché può correre il rischio solo di sovrapposizione di istanze e in qualche modo depotenziamento dell’iniziativa politico-sindacale volta all’ottenimento di altra cassa integrazione covid“.

Per questa ragione FSBA ha inibito la presentazione di domande Cig, come d’altra parte sta facendo l’INPS, puntualizza UIL.

L’attesa tuttavia (per imprese e lavoratori) potrebbe essere più breve del previsto “certamente prima della fine di marzo, si potrà procedere o in un senso aperta (cassa covid) o nell’altro (prestazione ordinaria)”. A quel punto, una volta chiarito quale cassa ci sarà si potranno realizzare accordi sindacali di sospensione “ovviamente retroattivi” e domande FSBA.

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