Aiuti a famiglie e imprese: Draghi verso il sì. Ma per il caro bollette o nuovi ristori?

Draghi

ROMA – Lo scostamento di Bilancio alla fine ci sarà, scrive il quotidiano il manifesto in edicola oggi. Ma introdurre quali aiuti?

Secondo quanto emerge nelle cronache politiche raccontate dal quotidiano diretto da Norma Rangeri, il premier Mario Draghi che finora si è mostrato scettico su una nuova iniezioni di auti all’economica, alla fine potrebbe cedere davanti al pressing di Lega e M5S.

Ma si tratterà di nuovi aiuti legati al Covid e allo stato di emergenza (cha si avvia a scadenza al 31 marzo)?

La risposta sembra essere un’altra. Si punta, almeno ufficialmente, a cambiare rotta e virare verso nuovi obiettivi: uno scostamento di Bilancio che abbatta il rialzo dei costi dovuto al rincaro energetico.

Ecco quanto riporta il manifesto:

“la crisi energetica e il conseguente rincaro delle bollette ma anche del costo delle materie e in generale l’avvio di una spirale inflattiva già innescatasi. Ieri mattina Salvini è andato a parlarne con il ministro dell’Economia Franco e ha chiesto lo stanziamento di altri 5 mld per calmierare l’impennata delle bollette di marzo. Poco dopo arriva Conte con un post Fb sul medesimo tono: «Ora è necessario rafforzare il sostegno a famiglie e imprese. È necessario uno scostamento di bilancio per tamponare il caro bollette. Serve semplicemente coraggio, non pannicelli caldi e palliativi». Il problema è che non serve solo «coraggio», e questo spiega la resistenza di Draghi, che alla fine probabilmente dovrà cedere di fronte all’urgenza della situazione e alle pressioni non solo di Lega e M5S ma di tutti i partiti di maggioranza. Non è infatti pensabile continuare a stanziare 5mld ogni 3 mesi oltretutto senza riuscire a eliminare il problema ma arrivando solo a calmierarlo. Draghi, che sin qui aveva sperato, come del resto mezza Europa a partire dalla Germania, in una crisi transitoria con l’impennata destinata a esaurirsi entro marzo, dovrà dunque cercare una soluzione più strutturale e dovrà farlo sia in Italia, con un intervento complessivo sugli oneri aggiuntivi, sia a livello europeo, con la messa a punto di una strategia comune almeno di una parte dei Paesi Ue. In caso contrario sarebbero a rischio sia la ripresa che lo stesso Pnrr”.

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