Sono 666.968 i rapporti di lavoro stagionali attivati complessivamente tra maggio e settembre 2021 nel pieno del turismo estivo.
A renderlo noto è l’INPS, che negli scorsi giorni ha pubblicato i dati raccolti dall’Osservatorio del Precariato aggiornati a novembre 2021 ma elaborati al 10 febbraio 2022.
Se la buona notizia sta nel fatto che le assunzioni nel corso della stagione estiva dello scorso anno superano di gran lunga quelle della stagione 2020, il lato negativo della medaglia è che, purtroppo, con la fine della stagione turistica molti sono i lavoratori rimasti senza impiego.
E con una NASpI di breve durata, perchè breve è stato il periodo di lavoro che ha prodotto il diritto all’indennità di disoccupazione.
NASpI breve è tutela che termina presto, nel giro di pochi mesi. E questo è accaduto a cavallo della fine del 2021. Molti lavoratori sono rimasti senza NASpI e senza quei Bonus che nel corso del 2021 avevano in quale modo sostituito l’assenza di proroghe NASpI.
Lavoratori che si ritrovano ora a mani vuote. Questo ha prodotto la doppia politica del Governo, restrittiva rispetto alle aperture e alle facilitazioni per la ripartenza del turismo anche invernale, draconiana sul fronte delle politiche di Bilancio che di fatto hanno chiuso ad ogni esborso in termini di sostegni, ristori e bonus in nome dell’equilibrio dei conti.
E tra i lavoratori senza tutele e senza lavoro da mesi, non ci sono ovviamente solo i lavoratori stagionali.
Come mette in luce Inps con l’Osservatorio sul precariato nel corso del 2021, a questi vanno aggiunti anche tutti quei contratti attivati in corrispondenza della stagione estiva: centinaia di migliaia di rapporti assimilabili alle caratteristiche dello stagionale.
Stiamo parlando di semplici contratti di lavoro a termine (tra giugno e agosto 2021 sono stati 865.358), o contratti in somministrazione anch’essi a tempo determinato (252.698).
Buona parte di questi – certo non tutti! – non hanno trovato una conferma a tempo indeterminato o una proroga/rinnovo del contratto a termine, specie se si considera che quelli assunti per esigenze turistiche estive sono cessati senza poter avere un naturale seguito. Quindi si tratta di lavoratori che sono finiti in disoccupazione, al pari degli stagionali (e senza contare i lavoratori con contratto intermittente): complessivamente si stima qualcosa come 500mila / 1milione di lavoratori che sono potenzialmente senza forme di sostegno al reddito.
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