Da nord a sud, le strutture turistiche vanno gradualmente riaprendo per la nuova stagione, tra festività pasquali, ponti della Festa della Liberazione, Festa del Lavoro, e la stagione estiva, ma i lavoratori del turismo sono introvabili.
Veniva documentato alcuni giorni fa in un servizio di Canale 5 e ora la conferma arriva anche dalla Toscana. Lo si apprende dal quotidiano on-line Repubblica.it che analizza la situazione tra riviera e città interne e solo per fare un esempio nei “due alberghi della famiglia Ficcanterri, il Park Hotel Marinetta di Marina di Bibbona e l’altro di Follonica, hanno messo già da un mese gli annunci sui portali e ai centri per l’impiego: “Cerchiamo circa 200 persone, ne mancano ancora 80 – dice il proprietario – Anche per quanto riguarda la formazione, fino a due anni fa lavoravamo anche d’inverno e le persone si formavano già prima dell’estate”.
E così anche tra nel resto del territorio tra Maremma, Versilia, Firenze e le altre città d’arte. Gli “introvabili” sarebbero i lavoratori stagionali disponibili a prestare servizio come camerieri, lavapiatti, cuochi, manager di sala stagionali, bagnini, ecc.
“Per ora, il Centro studi turistici della Regione, che calcola per la Toscana circa 12 mila stagionali nella filiera turistica dei 65 mila addetti dichiarati dall’Ente bilaterale, – si legge su Repubblica.it – ha contato una decina di giorni fa sulle piattaforme di domanda e offerta di lavoro, 900 offerte dal settore della ristorazione e l’accoglienza: 32,4% dalle aziende della ricettività, 13 dalla ristorazione, il resto vario, il 73,5% a tempo determinato: la maggioranza. Secondo gli operatori tre le cause della diserzione. Una, che “dopo il lockdown i giovani vogliono divertirsi d’estate e non lavorare”. Due, che la pandemia “ha indotto i lavoratori venuti da fuori a tornare a casa”. Terza, che “tra sostegni e reddito di cittadinanza non conviene”. Lo sostengono anche le associazioni di categoria da Aldo Cursano (Confcommercio), Gianni Masoni (Confesercenti), Raffaele Madeo (Tni)”.
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