In occasione della Festa delle Donne, l’8 marzo, l’Inail pubblica un Dossier che mette in luce in quali condizioni le donne abbiano vissuto la pandemia e in modo particolare la lavoratrici.
Secondo quanto mette in luce Collettiva.it sul proprio portale “sette denunce su dieci riguardano lavoratrici e non perché il virus sia misogino o particolarmente aggressivo per l’organismo femminile ma perché durante l’emergenza le tante donne che sono rimaste al lavoro erano impegnate nei settori maggiormente esposti: quelli della cura, dell’assistenza, del pulimento, le professioni sanitarie, il commercio e la produzione alimentare”.
Si tratta di “settori a bassissimo valore aggiunto, basse retribuzioni ma alta precarietà”: dimostrazione di come il riconoscimento sociale di questi lavoratori sia “scarsissimo”.
E anche chi ha potuto svolgere lavoro agile si è dovuta caricare di tutto il peso del carico familiare “perché se in smart working hanno dovuto occuparsi dei figli”.
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