Dopo due anni di chiusure dovute al covid, il settore turistico sembrava finalmente ricominciare a respirare. A mettere di nuovo in crisi tale comparto ci ha pensato la guerra in Ucraina, che sta avendo inevitabili ripercussioni anche sui bilanci del nostro Paese. Vi avevamo già segnalato nei giorni scorsi le preoccupazioni di Federalberghi per il turismo sardo (clicca qui per leggere l’articolo integrale), ma purtroppo le tensioni internazionali non si limiteranno a colpire una sola regione.
È noto infatti che tanti cittadini stranieri amino il Bel Paese e scelgano proprio l’Italia come meta di vacanze estive, ma se i turisti russi sono la maggioranza certamente non sono gli unici ad avere “voglia d’Italia“, come sottolinea il Presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, che intervistato da Il Messaggero rivela:
“Se il conflitto dovesse aggravarsi allora incominceranno ad arrivare le disdette. Assieme a russi e cinesi, è il caso di ricordarlo, i viaggiatori Usa sono i turisti che spendono di più. E a rimetterci, in tal caso, non saranno solo i grandi hotel a cinque stelle. […] Solo l’assenza dei turisti russi costerà al Lazio quest’anno 20 milioni di pernottamenti in meno. In Sardegna ballano 80 milioni di euro. La Toscana perderà 221mila arrivi.”
Nessuna buona previsione, dunque, dalle parole di Bocca, il quale fa emergere un quadro per nulla ottimistico. E se la situazione in Ucraina non dovesse risolversi a breve c’è anche il rischio che il comparto turistico limiti fortemente le assunzioni di lavoratori stagionali per tagliare le spese non coperte dalla mancanza di turisti.
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