L’ISTAT ci dice che l’inflazione aumenta mese dopo mese con un trend positivo che su base mensile, registra un incremento dello 0,9% su base mensile e del 5,7% su base annua (da +4,8% del mese precedente).
L’aumento dell’inflazione ‘trascina’ anche l’incremento dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo IPCA, che registra una variazione in aumento dello 0,8% su base mensile e ben del 6,2% su base annua. In precedenza la stima preliminare per gennaio era +5,1%, a dicembre era +4,2%.
L’indice IPCA è anche quello che viene preso a riferimento per determinare gli incrementi salariali tra Imprese e sindacati, nel rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro.
Questo significa doversi aspettare degli aumenti retributivi tra il 5 e il 6% già dal prossimo mese di marzo? Esiste un meccanismo di adeguamento periodico, mensile, ed automatico delle buste paga in base all’inflazione?
A queste domande occorre dare risposta negativa. Nessun adeguamento periodico di tipo mensile ed automatico. Questo perchè i contratti collettivi nazionali di lavoro vengono rinnovati di norma ogni 4 anni. E in questa fase sono già stati rinnovati quasi tutti i contratti collettivi di settore che in questi mesi, anche a marzo, prevedono alcune rate di incremento salariale (clicca qui).
Ne restano altri da rinnovare. Quali? Sicuramente i contratti collettivi dei settori che più di tutti hanno sofferto la crisi pandemica e le sue conseguenze: spettacolo, cinema, turismo, servizi, commercio, nonché una buona parte di quelli dell’artigianato.
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