È durato più di un’ora il Question Time che nella giornata di ieri ha visto il Presidente del Consiglio Mario Draghi impegnato a rispondere alle interrogazioni della Camera dei Deputati. A tenere banco sono state soprattutto le domande sulla gestione dell’accoglienza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra e sulle misure previste per contrastare il caro energia.
Tra queste, impossibile non accennare agli aiuti verso i soggetti più deboli. Alla domanda del deputato Alessandro Colucci (Noi con l’Italia), se fosse previsto, in collaborazione con l’UE, un decreto compensativo per stanziare risorse a sostegno di famiglie e imprese, il Premier ha così risposto:
“L’Unione Europea ha reagito in modo unito, compatto e rapido all’invasione dell’Ucraina. Le sanzioni approvate in questa settimana insieme a quelle del G7 e della NATO servono ad applicare la massima pressione sul governo di Mosca. […] Tutto questo impegno sanzionatorio deve essere idealmente uguale all’impegno che noi mettiamo, profondiamo e profonderemo per aiutare famiglie e imprese in questa situazione e, come ho detto prima, sostenere soprattutto i più deboli. […] Siamo tutti determinati a intervenire con forza per tutelare il potere d’acquisto delle famiglie e per tutelare le imprese.”
Il caro prezzi e il caro carburante hanno indubbiamente colpito l’intera popolazione italiana, già emotivamente scossa dalle vicende internazionali, ma ci sono alcune categorie che più di altre hanno sofferto l’aumento dei prezzi: i soggetti deboli, come li chiama Draghi, ai quali più di tutti è rivolta l’attenzione dello Stato.
Ma chi sono i “soggetti deboli” a cui Draghi fa riferimento?
Oltre a famiglie e imprese, esplicitamente nominate dal Presidente nel suo intervento, non è azzardato includere in tale categoria i lavoratori con reddito basso, messi a dura prova dai rincari, i percettori del Reddito di Cittadinanza e, soprattutto, quelle centinaia di migliaia di famiglie rimaste escluse da RdC ma che almeno nel 2021 hanno potuto contare sul Reddito di Emergenza. Adesso che la fine dello stato di emergenza si fa sempre più vicina (è fissata al 31 marzo) e la proroga del REM sempre più improbabile, sarebbe utile ripartire proprio da quel 1.2 milioni di persone che altrimenti rischia di finire sul lastrico.
Mario Draghi non si è sbilanciato troppo su quali misure potrebbero essere attuate, sono quindi attesi degli aggiornamenti nei prossimi giorni.
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