ROMA – Licenziamenti “più facili” per i lavoratori somministrati a tempo indeterminato dopo la conferma del limite massimo di missione a 24 mesi.
A gettare l’allarme sono i sindacati dei lavoratori “ex interinali” FeLSA CISL NIdiL CGIL UILTemp in una nota stampa in cui si legge:
“Il legislatore conferma il paradosso che introduce un limite di 24 mesi sulle missioni presso la stessa azienda utilizzatrice, condannando, in assenza di obblighi sull’utilizzatore, al licenziamento decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori che oggi hanno un contratto stabile.”
In sede di conversione del Decreto Ristori ter, infatti, la limitazione a 24 mesi per la somministrazione di lavoro anche per chi è assunto a tempo indeterminato viene confermata rimandando la piena operatività al 31 dicembre prossimo (facendo slittare ulteriormente la data rispetto a quanto previsto in ottobre dal Decreto Fisco Lavoro). Nonostante il Ministero del Lavoro avesse dato ampie rassicurazioni in merito alla cancellazione di questo limite, l’unico risultato ottenuto è quello di allungare ancora di ulteriori tre mesi la scadenza.
“Sulla somministrazione di lavoro la politica decide di non scegliere – commentano i Sindacati – rimandando ancora la soluzione del problema e non ascoltando le Organizzazioni Sindacali, gli operatori del settore e i lavoratori stessi, per i quali continua a essere messa in discussione la stabilità occupazionale.”
“Siamo al paradosso: si definisce un termine a un contratto a tempo indeterminato, stipulato attraverso una tipologia contrattuale negoziata come la somministrazione mentre non si pongono limiti alle altre forme contrattuali altamente precarizzanti del nostro ordinamento e alla sostituzione reiterata dei lavoratori e delle lavoratrici sullo stesso posto di lavoro”, continua la nota.
“FeLSA CISL NIdiL CGIL UILTemp continueranno a battersi per evitare i licenziamenti e per la stabilità occupazionale rivendicando adeguati, strutturali e non estemporanei interventi normativi” concludono i Sindacati.
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