Sarebbero già qualche decina di migliaia i lavoratori artigiani sospesi dalle aziende per effetto della crisi energetica e bellica, q quindi economica, derivante dal conflitto in Ucraina. Solo in Veneto si contano 3.300 dipendenti sospesi. Senza dimenticare le sospensioni ancora in essere a seguito della crisi Covid, ancora mai assorbita del tutto.
Una situazione grave che richiede un intervento emergenziale e “su misura”. A farlo presente sono le parti sociali del settore e a evidenziarlo, oggi, è il quotidiano veneto La Tribuna di Treviso:
“E’ assolutamente necessario che venga rifinanziato l’ammortizzatore straordinario per le imprese artigiane prima che gli effetti della guerra in Ucraina si scarichino sulle nostre imprese. Una ‘cassa-guerra’ che sostituisca ‘cassa-covid’ erogata da Fsba (Fondo solidarietà bilaterale) sino a fine 2021. Le filiere del manifatturiero, con 31mila imprese artigiane venete e 121 mila addetti, sono ad altissimo rischio per l’aumento dei costi energetici, delle materie prime e la riduzione degli ordini da parte dei committenti dovuta alle crescenti tensioni internazionali. Ma non solo, ad essere coinvolti anche il comparto edile a rischio blocco per la mancanza di materiali, i trasporti per il caro gasolio e i servizi alla persona legati ai flussi turistici che sono bene lontani dai dati pre Covid” afferma Roberto Boschetto, presidente Confartigianato Veneto”.
Che continua “da una nostra stima sono circa 700 le aziende che hanno usato nei primi due mesi del 2022 il fondo bilaterale Fsba con 3.300 dipendenti sospesi, con il boom nei settori metalmeccanico e moda. Il timore”, conclude Boschetto, “è di essere solo all’inizio”.
E’ questo il motivo per cui Confartigianato e le altre parti sociali dell’artigianato, sindacati inclusi, hanno chiesto di introdurre uno strumento di tutela al reddito di natura pubblica. Ma la risposta del Ministro del Lavoro non è stata positiva, almeno per il momento, come documentato da TuttoLavoro24.it in questo articolo.
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