Crescita del Pil 2022 tagliata a +1,9% «con un’ampia revisione al ribasso (-2,2 punti)» rispetto alle stime dello scorso ottobre. E’ questa la cattiva notizia annunciata dal Centro studi di Confindustria, oggi, durante un evento al quale ha preso parte anche il Presidente degli industriali Carlo Bonomi, dal titolo “L’economia italiana alla prova del conflitta in Ucraina“.
Gli indicatori nei mesi scorsi davano il PIL in aumento, «erano concordi su un +4%» ma ora, con le crisi bellica e il rialzo dei costi energetici la situazione è mutata. L’Italia entra «così in una recessione tecnica seppur di dimensioni limitate». Il ritorno a livelli pre-Covid «slitta dal secondo trimestre di quest’anno al primo del prossimo».
Serve subito un intervento del Governo, dichiara Confindustria. Anche perchè le misure messe in campo dall’Esecutivo finora, seppure apprezzabili, «non sono sufficienti». Quello che si chiede è «un tetto al prezzo del gas», dice il presidente di Confindustria.
L’altra leva sulla quale occorre intervenire, è un calmieramento stabile al rialzo dei prezzi di benzina e gasolio, intervenendo sulle accise. «Decidere un taglio limitato a 30 giorni fa solo pensare che il Mef non intenda rinunciare a nulla di un prelievo così inaccettabilmente elevato», concludono gli industriali.
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