Lo aveva annunciato qualche giorno fa il Centro Studi Confindustria: la produzione industriale sta subendo una importante flessione rispetto alle stime di fine 2021. E così la crisi energetica e il rialzo dei prezzi dei beni al consumo si riversa anche sul fronte occupazionale, oltre che su quello dell’impoverimento salariale, con nuovi dati che iniziano ad essere problematici.
Lo mette in luce Il Sole 24 Ore in edicola oggi:
“ad aprile infatti il bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, pubblicato ieri, ha mostrato una riduzione pari a -8,5% delle entrate previste dal settore manifatturiero rispetto a marzo (-6mila unità) e del -5,9% se confrontate con un anno fa (-4mila). Ancora più forte la frenata sulle costruzioni degli ingressi previsti del 9,4% rispetto a marzo (-19,5% rispetto a 12 mesi fa). I servizi, nel loro complesso, sono risultati invece in crescita del 7,5% sul mese (+19mila) e del 39,1% sull’anno (74mila)”.
Frenata alle assunzioni dell’8,5% è un dato negativo che si riverserà non solo sulle mancate assunzioni ma anche con lo stop ai contratti a termine. In controtendenza invece c’è il settore dei Servizi e del Commercio in generale, probabilmente trainato anche dall’effetto proveniente dal turismo stagionale, dove l’aumento sfiora il 40% dal confronto sui 12 mesi precedenti.
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