Se in Italia ancora si discute se introdurre una legge sul salario minimo con i M5S e (di recente anche) il Ministro PD Andrea Orlando che sembrano essere gli unici a sostenere la proposta, c’è chi come i francesi, una legge sul salario minimo già ce l’ha dal secondo dopoguerra e ora sono forti le spinte per un suo adeguamento.
Portarlo a 1.400 euro netti al mese è l’obiettivo annunciato dal Partito Socialista francese che si candida a guidare il Governo “de la République” alle prossime elezioni.
A riportare la notizia è l’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano in edicola:
“Al primo punto del programma comune si ritrova “la revalorisation du SMIC à 1.400 euros nets”, cioè l’aumento del Salario minimo interprofessionale di crescita a 1.400 netti al mese da irrobustire con “l’organizzazione di una conferenza sociale sui salari, la formazione, le condizioni del lavoro e le pensioni”. Lo Smic è un punto fermo della politica sociale francese. Risale a una legge del 1950 curiosamente avversata dai socialisti di allora (Sfio) e dal Partito comunista, ma poi integrata nella legislazione sociale della sinistra dopo la vittoria presidenziale di François Mitterrand nel 1981. Ora viene riproposto dalle sinistre che puntano a conquistare il governo sotto la candidatura di Mélenchon. L’importo proposto di 1400 euro netti è di poco superiore a quello attualmente in vigore, 1302 euro pari a 1.645 euro lordi. In termini di salario orario fanno 10,85 euro (lordi)”.
Insomma per i socialisti francesi l’aumento del salario minimo è diventato uno dei cavalli di battaglia per la prossima tornata elettorale. Un motivo in più per votare a sinistra.
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