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Beneficiari di RdC ‘condannati’ al Lavoro Stagionale: la retorica su TV e Giornali

Da più di un mese è ripartita la stagione turistica, prima con le festività pasquali e poi con il rilancio del turismo balneare, e le imprese sono alla ricerca di lavoratori stagionali.

Una ricerca complicata e destinata parzialmente a fallire perchè di giovani, e meno giovani, che vogliano fare la ”stagione”, ce ne sono sempre meno. I motivi, al di la di quello che si sente dire da giorni in TV, sono vari: le condizioni di lavoro, i bassi stipendi, la precarietà, la NASpI troppo breve che lascia senza copertura buona parte dell’anno, ecc.

Insomma sono vari i motivi. E probabilmente tra questi c’è anche che la retorica sullo stagionale che preferisce non andare a fare il cameriere o il lavapiatti per godersi il Reddito di cittadinanza sul divano sia più realtà che immaginazione. Ma sempre di retorica si tratta. Sì, perchè ogni volta che in TV, Radio o sui giornali si parla di ”SOS Stagionali” si finisce sempre in un modo o nell’altro a dare la colpa al Reddito e ai sussidi in genere.

Non ci interessa qui dire se il RdC è un sussidio utile o meno, oppure se va eliminato o meno, sono temi politici nei quali non ci interessa entrare. Però appare ormai evidente che nella retorica che vuole il percettore RdC sul divano di casa, a contare i soldi ricevuti quasi fosse Paperon de Paperoni, c’è solo un futuro per lui: l’assunzione come lavoratore stagionale. Insomma, da quanto apprendiamo dai Media, in Italia gli unici ad essere in grado di poter lavorare nel Turismo, sono quelli che prendono i sussidi. E tutti gli altri che fine hanno fatto?

E non solo. Nel futuro dei percettori del RdC – secondo questa corrente di pensiero – c’è solo un’idea: per loro c’è solo lavoro precario, a termine, possibilmente stagionale. Di inserimento a tempo indeterminato non se ne parla proprio. Non vengono mai tirati in ballo, infatti, quando la discussione riguarda le difficoltà di reperire figure per contratti più stabili e che diano maggiori tutele soprattutto a protezione della loro fragilità e dei loro familiari. D’altronde quella sensazione di sicurezza lavorativa che può dare un contratto a tempo indeterminato, piace a tutti e perchè non dovrebbe piacere anche ai percettori di RdC?

I quali evidentemente, dopo anni di incertezze, mancati rinnovi, disoccupazione, cassa integrazione e salari da fame, si sentono oggi maggiormente tutelati e stabilizzati dal “Reddito” che da un mercato del lavoro che continua ad essere incerto e precario.

Otello Bianchi

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