Reddito di Cittadinanza, ostacolo o incentivo al lavoro? Domanda da un milione di euro a quanto pare, per la quale ognuno ha da dire la sua. Da una parte ci sono gli imprenditori e con i ristoratori in particolare, che si dicono disperati a causa della mancanza di lavoratori stagionali, più attratti dal Reddito di Cittadinanza che da un impiego. Dall’altra c’è chi invece sostiene come i lavoratori si trovino, sottolineando come basti andare incontro alle loro esigenze e garantirgli un contratto regolare (ultimo in ordine di tempo l’attore/ristoratore Lino Banfi, che al riguardo ha risposto ad Al Bano).
Fa indubbiamente parte della prima categoria Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Arriva proprio dall’ex Presidente del Consiglio, infatti, l’iniziativa di una raccolta firme per chiedere l’abrogazione del Reddito di Cittadinanza varata dal governo Conte I. A darne notizia è il Corriere della Sera che riporta anche le parole del politico toscano:
“Noi siamo al paradosso che un ministro della Lega, il ministro del Turismo Garavaglia, ha proposto un decreto flussi perché non si trovano posti di lavoro. Il reddito di cittadinanza ci costa 21 miliardi che non hanno risolto il problema della povertà. Noi vogliamo consentire ai ragazzi di uscire dalla precarietà e dalla rassegnazione. Sì alla lotta contro il reddito di cittadinanza, dal 15 giugno al 15 settembre c’è la possibilità di raccogliere le firme.”
Favorevole a una modifica ma non alla sua totale abrogazione il capogruppo alla Camera di LeU (Liberi e Uguali) Federico Fornaro, che al leader di Italia Viva ribatte sostenendo come sia impensabile proporre l’abolizione del Reddito di Cittadinanza quando ci sono oltre 5 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà. Come era del tutto prevedibile, totalmente contrario anche l’ex Premier Giuseppe Conte, il quale vede la raccolta firme promossa da Renzi come una perfetta umiliazione nei confronti di tutte le persone in difficoltà.
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