Mentre l’OCSE tira le orecchie all’Italia per il peso degli oneri sulle buste paga dei lavoratori dipendenti italiano è ancora molto alto (nel 2021 è stato pari al 46,5%, la media OCSE 4,6%), nel Governo c’è chi pensa ancora che un intervento per alzare salari e stipendi netti di operai, impiegati, quadri e dirigenti sia ancora possibile.
Ancora possibile in questa Legislatura dunque un taglio al cunero fiscale? che se mancano ancora pochi mesi per la sua chiusura definitiva. Ne sono convinti Confindustria, che su questo aspetto ha da tempo alzato la bandiera con una proposta che porterebbe in più in tasca ai lavoratori 1.233 euro, e ne è convinto il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, che però passa la palla al ministero dell’Economia e Finanza, l’unico a poter trovare le risorse per poter varare un’operazione così mastodontica.
Diverso, e più realista, è invece il pensiero del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che sul taglio del cuneo fiscale e le difficoltà a realizzarlo dà una lettura diversa. Ecco quanto raccolto da Il Sole 24 Ore nella versione on line:
“«La verità è che quando si arriva al dunque, con gli 8 miliardi a disposizione a questo giro (nel dl aiuti, ndr), si è fatto altro: tutte le forze politiche che, a parole, dicevano di volere il taglio fiscale hanno privilegiato altre forme di intervento», ha commentato Giorgetti. Il riferimento è all’una tantum da 200 euro decisa con il Decreto aiuti. Una tantum che ha drenato molte delle risorse a disposizione”.
Insomma, sottolinea Giorgetti, le risorse a disposizione del Governo erano limitate, ma si è preferito orientarle per il Bonus 200 euro per lavoratori dipendenti (clicca qui) e altre categorie. Per cui appare assai difficile in questo momento immaginare che ci possa essere un intervento che riduca il cuneo fiscale sulle retribuzioni e faccia salire il netto in busta paga.
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