Nella conferenza stampa di ieri post incontro con i sindacati, il premier Draghi ha parlato anche di rinnovo dei contratti. Un tema caldo e all’ordine del giorno, soprattutto perché tassello fondamentale nella questione del salario minimo.
Se a proporre una soluzione per fronteggiare proprio la questione del reddito basso ci ha pensato il Ministro del Lavoro Orlando (questa la sua proposta), ad esporre il problema è stato lo stesso Presidente, poco prima di dare la parola a Orlando:
“L’altra questione discussa riguarda il rinnovo dei contratti collettivi. L’osservazione che ho fatto è che la contrattazione collettiva è uno dei punti di forza del nostro modello industriale, quindi non è possibile e non è accettabile che alcuni contratti siano scaduti da 3 anni, alcuni addirittura da 9 anni. Negli ultimi mesi ci sono stati importanti rinnovi, per esempio nel settore chimico e farmaceutico, ora dobbiamo rinnovare i contratti scaduti come quelli nel commercio e nei servizi. […] I lavoratori che non sono coperti da contratti collettivi vivono in una situazione di incertezza, di vulnerabilità. Noi tutti, il governo e le parti sociali, dobbiamo agire nell’interesse di questi lavoratori.”
È praticamente un invito implicito quello che il premier rivolge a tutti gli attori di Governo. Probabile dunque che Draghi si sia fatto “portavoce” di una questione sollevata dai sindacati: il rinnovo dei contratti collettivi deve entrare urgentemente nell’agenda politica. L’incontro con le parti sociali in programma da qui alle prossime due settimane servirà a prendere, si spera, qualche decisione definitiva.
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