Bonus 200 euro, nessuna proroga dal Governo. La notizia circola oramai da ieri, da quando i sindacati Cgil, Cisl, Uil, uscendo dall’incontro con il Governo hanno anticipato alla stampa le linee direttrici che saranno contenute nel prossimo Decreto Aiuti bis.
Secondo quanto si apprende l’intervento consisterà in un taglio dei contributi previdenziali che gravano sul lavoratore, in modo da far salire in netto in busta paga per i lavoratori dipendenti.
Ma vediamo nel dettaglio i contenuti della misura, in attesa di conoscere il testo ufficiale del Decreto che sarà varato la prossima settimana.
Taglio contributi 0,8%: aumento stipendi da agosto 2022
Si parla di un taglio dei contributi per chi ha una retribuzione annua fino a 35.000 euro. Lo sconto è pari a 0,8 punti percentuali – identico a quello già varato dalla scorsa legge di Bilancio – a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo di 2.692 euro mensile.
Per chi pagava un contributo del 9,19% fino al 31 dicembre 2021 e nel 2022 paga un contributo dell’8,39%, il Decreto Aiuti bis prevederà una riduzione dell’0,80% fino ad arrivare a 7,39%. Il taglio complessivo sarà quindi dell’1,6%.
Riduzione che potrebbe decorrere dal periodo paga di agosto 2022.
Taglio contributi Decreto Aiuti bis, quale aumento in busta paga?
Quale aumento in busta paga è in grado di produrre il taglio dei contributi dell’0,80%?
Innanzitutto va sottolineato che il contributo a carico dei lavoratori costituisce per gli stessi anche un onere deducibile dal reddito imponibile ai fini Irpef consentendo quindi di pagare meno Irpef.
Il vantaggio più sostanzioso sarà riservato ai lavoratori con stipendi di circa 17.250 euro (ossia, 1.326 euro lordi al mese per 13 mensilità) il cui beneficio complessivo annuo sarà di circa 90 euro derivante dallo sconto contributivo dello 0,8%, quindi 7,5 euro netti per mese.
Col crescere della retribuzione l’effetto dello sconto contributivo aumenta, ecco 2 esempi:
- per 26.000 euro di stipendio si stimano 130 euro di risparmio sui contributi che significa circa 11 euro mensili in più in busta paga;
- per 32.000 euro di stipendio, il vantaggio di circa 143 euro annui e quindi 12 euro netti mensili.
L’agevolazione non incide sul computo delle prestazioni pensionistiche, quindi il lavoratore continua a maturare la stessa pensione, senza penalizzazioni.
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