Che fine fa il reddito di cittadinanza dopo le elezioni? Si domanda il quotidiano Repubblica in edicola oggi in un articolo dedicato alle varie posizioni dei partiti politici in campagna elettorale a proposito del sussidio “grillino.
Tra chi punta a cancellarlo, come Italia Viva di Matteo Renzi (che però ora sembra aver trovato una mediazione “di sopravvivenza” con Azione di Carlo Calenda), e i partiti di Centro-Destra (Forza Italia, FdI, Lega), e chi punta a riformarlo come il PD di Enrico Letta, “l’unico a difenderlo così com’è – si legge – , con poche limature, è Giuseppe Conte. Nel capitoletto sulle politiche del lavoro del M5S è scritto chiaro: viene promesso addirittura un «rafforzamento del reddito di cittadinanza», rendendo «più efficiente il sistema delle politiche attive» con un «monitoraggio delle misure antifrode». Nel dossier grillino si parla anche di «una riduzione dell’orario di lavoro soprattutto nei settori a più alta intensità tecnologica», con incentivi e crediti d’imposta alle imprese coinvolte, e ovviamente figura il salario minimo legale, a 9 euro lordi l’ora”.
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