Vuole ridare dignità al ruolo dell’insegnante Enrico Letta, che nel suo piano ha previsto 10 miliardi di euro in 5 anni da destinare a formazione e cultura. L’obiettivo è allineare alla media europea gli stipendi degli insegnanti italiani, che nel nostro Paese guadagnano quanto guadagna un neo assunto nel resto del continente.
A scendere nel dettaglio e a contrapporre la via preferita dal Partito Democratico con quella intrapresa dal governo Draghi è Italia Oggi, che nell’edizione in edicola il 23 agosto riporta:
“La strada scelta dal Governo Draghi è stata quella di intervenire per spostare il nostro paese nel gruppo di quelli dove una quota di docenti riceverebbe un aumento importante (circa il 25-30%), condizionato a una serie di valutazioni positive già dopo 9 anni. Il Pd sembra cambiare rotta. Non ha proposto il progressivo incremento dei docenti beneficiari e nemmeno di anticipare l’incremento stipendiale o di legarlo direttamente alla organizzazione di ogni singola scuola autonoma (autonomia, che è del tutto assente da quasi tutti i programmi). La scelta è caduta su un aumento incondizionato per tutti, collocandolo temporalmente alla fine della prossima legislatura, quindi tra cinque anni.”
La proposta di Draghi è quella lanciata nel Decreto Aiuti bis: un avanzamento di carriera che garantirebbe ai docenti “esperti” un aumento dello stipendio pari a 5.650 euro all’anno per sempre, come anticipato a suo tempo da TuttoLavoro24.it in questo articolo. Letta va in controtendenza e propone un aumento per tutti gli insegnanti, da realizzarsi entro 5 anni. In caso di vittoria vedremo come il PD realizzerà quanto promesso.
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